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PESARO Condannato per l’omicidio della moglie, potrà scontare il resto della pena agli arresti domiciliari perché la sua età e la sua salute sono incompatibili con il regime carcerario. L’83enne Vito Cangini, residente a Gradara, reo confesso dell’omicidio della moglie Natalia Kyrychok, 61 anni ucraina, cuoca di un ristorante a Misano, era stato condannato nel maggio del 2022 a 24 anni di reclusione.
L’istanza
Gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi avevano depositato una istanza per chiederne gli arresti domiciliari visto il cagionevole stato di salute dovuto all’età.
Si tratta dunque di uno dei rari casi di questo tipo, tra i primi applicati nelle Marche. La fine della pena è prevista nel 26 dicembre 2045, quando Cangini avrebbe 104 anni. La moglie era stata uccisa nella notte tra il 25 e il 26 dicembre nell’abitazione di Fanano di Gradara, con 12 coltellate, una delle quali al polmone. Cangini ha ammesso l’omicidio e aiutato gli inquirenti a ricostruire i fatti. Cangini era geloso e convinto che la moglie avesse un’altra relazione. Quella notte è scoppiata la lite furiosa per un rapporto sessuale promesso, ma declinato. Lui aveva bevuto molto. Poi, si è messo a dormire col cadavere a terra, in camera, e una volta svegliatosi al mattino ha fatto colazione, ha preso il suo cane ed ha fatto una passeggiata. Poi ha confessato l’omicidio agli inquirenti.
Il pentimento
In aula aveva letto una lettera dedicata alla moglie: «Provo grande dolore a ripensare a quella morte: un incubo, non riesco a trovare pace. Chiedo scusa a mia moglie e alla famiglia. Con mia moglie sono morto anche io. Mi manca molto e la mia non è più vita».
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