Pesaro, la figlia Camilla: «Mamma uccisa senza motivo, vogliamo giustizia»

Pesaro, la figlia Camilla: «Mamma uccisa senza motivo, vogliamo giustizia»
PESARO - «L’unica cosa che posso dire è che io e i miei familiari chiediamo giustizia, questo Zak ora deve rispondere di ciò che ha fatto». La...

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PESARO - «L’unica cosa che posso dire è che io e i miei familiari chiediamo giustizia, questo Zak ora deve rispondere di ciò che ha fatto». La figlia di Sabrina Malipiero esprime pochi ma chiari concetti, con voce pacata e ferma. Camilla non ama la visibilità. Poche ore dopo l’ingresso nella sua vita della notizia violenta dell’omicidio di via Pantano, aveva telefonato in redazione per chiedere rispetto e riservatezza, prima di rendersi conto del clamore del fatto, che per la sua particolare dinamica ha finito per richiamare a Pesaro gli inviati dei tg e dei giornali nazionali.

«È incredibile ciò che è successo - commenta Camilla con una profonda amarezza - morire senza un motivo per una parola storta. Certamente proviamo sollievo a sapere che il responsabile è stato preso ma...» la perdita non può essere risarcita.
  
Appena due giorni dopo, la ventiseienne, che sui delitti e i processi in un certo senso ha perfezionato la sua formazione con la recente laurea magistrale in giurisprudenza, ha letto sul quotidiano la soluzione del giallo, accompagnata dall’immagine di quel giovane uomo, che ha confessato di aver strappato alla vita e agli affetti la sua mamma.

La giovane parla anche a nome del fratello Stefano, che sabato scorso preoccupato per il silenzio della madre era andato a cercarla a casa e l’aveva trovata senza vita in mezzo al sangue, e del padre Tiziano. Camilla vive insieme a fratello e papà da tanti anni, da quando la madre si era separata dal coniuge cambiando casa. «Abbiamo vissuto insieme questa tragedia - afferma la giovane - noi siamo stati sempre uniti. Con la mamma mantenevo un buon rapporto, ma ultimamente la vedevo poco, perché ero sempre in biblioteca a studiare. Non avevo contatti con le sue amicizie. Conosco il suo compagno ma sapevo che si erano lasciati. Chi l’ha uccisa, invece, non lo conosco, l’avevo visto solo una volta a casa sua quando ero andata a trovarla. Le chiesi chi fosse e lei mi rispose che era Zak, un amico. E’ accusato di omicidio aggravato e furto, se non emergerà altro riguardo allo stato di alterazione in cui ha detto di trovarsi. Io ora chiedo giustizia, con la pena che a lui è dovuta». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico