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Il secondo stop
La perizia sulla capacità di intendere e di volere doveva essere depositata il 31 luglio. Inizialmente la data doveva essere quella del 30 giugno, ma è stata concessa una proroga. Una volta redatta la perizia medici e avvocati si dovrebbero ritrovare davanti al giudice per l’udienza dell’8 settembre alle ore 10. «Tutte le parti si aspettavano il deposito della perizia – sottolinea il legale di Alessandrini Salvatore Asole – Abbiamo ricevuto una Pec dall’ufficio del Gip in cui si chiede una ulteriore proroga fino al 20 agosto. E’ una perizia complessa e vogliono sentire i genitori di Alessandrini per avere delle conferme sul suo vissuto e su quanto ha raccontato. Non è una perizia facile come conferma la mia consulente di parte, necessita di ulteriori approfondimenti. Ma siamo rammaricati perché le perizie di parte dovranno essere depositate 5 giorni prima dell’udienza dell’8 settembre, un lasso di tempo troppo breve».
Asole si sfoga: «Non penso che Alessandrini sia un ragazzo sano di mente, ci sono grossi deficit nella sua psiche.
La difesa
Dunque la difesa è pronta «a chiedere un differimento rispetto all’udienza dell’8 settembre per consentire ai consulenti di parte di poter redigere le loro perizie. «Tutto questo va a scapito di Alessandrini». I periti dovranno rispondere rispetto al quesito sulla capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, la capacità processuale e l’eventuale pericolosità sociale. Un passaggio fondamentale che potrebbe condizionare tutto il procedimento. Se fosse dichiarata totalmente la sua incapacità di intendere e di volere, ci sarà un non luogo a procedere e si opterà per una misura di sicurezza in una Rems (le residenze che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari ndr). Michael non si è mai sottratto al confronto coi periti, ha sempre risposto. Alessandrini non ha mai negato l’omicidio, ma aveva escluso il motivo passionale. Non aveva mostrato pentimento. Aveva riferito di aver adempiuto a una voce divina che in quel momento gli ha imposto di uccidere il povero Pierpaolo in quanto a suo giudizio era un “malfattore”.
Il delirio
Questa la parola usata da Michael. Il motivo è da ricercare nell’intreccio che porta a quella donna già tirata in ballo, Julia. Michael avrebbe voluto proteggere quella ragazza fragile, agendo per conto di Jahvè, il dio biblico degli eserciti. Alessandrini avrebbe quindi agito come “giustiziere”. I consulenti dunque dovranno confrontarsi ancora per chiudere la perizia, questa volta ascoltando i genitori. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico