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PESARO - «Nuovo ospedale a Muraglia, ora il cronoprogramma dalla Regione. L’azienda ospedaliera va mantenuta. Troppo carico Covid al San Salvatore, non possiamo più reggerlo. Sulle scuole è il caos, metà classi a casa e regole complicate, non siamo stati ascoltati sul green pass per gli studenti». Una parte della relazione del sindaco, ieri al Teatro Sperimentale, è stata dedicata alle criticità sanitarie.
Le criticità
«Siamo ancora dentro la pandemia, Pesaro ha avuto tantissimo morti. Se il Paese e la città non avessero tenuto una linea rigorosa, avremmo avuto molti più morti. Se oggi il San Salvatore è in una situazione difficile, ma se non abbiamo più la fila di bare e il rumore delle sirene, il merito è della stragrande maggioranza dei pesaresi che si è vaccinata.
La tempistica
«Dopo questo periodo - prosegue - non regge più dire che ogni problema che c’è è colpa di chi c’era prima. Ora chi governa la Regione deve prendersi le responsabilità, anche per il nuovo ospedale. Che andrà fatto a Muraglia, non sarà un ospedale da 600 posti per Pesaro e Fano come avremmo voluto. Sarà solo per Pesaro, da 400 posti, ma la scelta ormai è stata fatta, adesso bisogna correre. Incalzeremo sulla tempistica ed entreremo nel merito del contenuto. Senza azienda ospedaliera non ci sono eccellenze - così Ricci difende Marche Nord - Ora chiediamo un cronoprogramma della realizzazione ed entreremo maggiormente nel merito del contenuto. Dobbiamo lavorare anche sulla sanità territoriale: parallelamente al nuovo ospedale, dobbiamo interrogarci su come riorganizzare la sanità e l’attuale sede ospedaliera del San Salvatore. La parte recentemente ristrutturata va mantenuta e trasformata in una grande Casa della Salute che racchiuda gli ambulatori che, oggi, sono sparsi per la città. Mentre la parte vecchia deve essere ristrutturata e ripensata per l’esigenza dell’invecchiamento della popolazione (persone anziane autosufficienti, che vogliono mantenere autonomia abitativa ma che necessitano di servizi quotidiani ndr)».
La parentesi
Parentesi sulla situazione scolastica: «La scuola in presenza è solo sulla carta, il Governo non ha ascoltato la nostra proposta del green pass semplice anche per gli studenti. Ora avremmo un numero di vaccinati nelle scuole più alto e una scuola più sicura. Invece oggi è un caos, regole difficili da spiegare e metà della scuola in Dad». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico