PESARO - Doccia gelata e inaspettata, il cda di Terreal vuole chiudere la Pica e licenziare tutti i dipendenti, una sessantina. Uno scenario nerissimo che emerge dopo...
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Le prime avvisaglie già a gennaio dell’anno scorso quando, complici pochi ordinativi, era stata aperta una procedura di cassa integrazione per i 65 dipendenti del gruppo. Giuseppe Lograno della Fillea Cgil annuncia lo sciopero ed è molto critico. “Abbiamo comunicato le decisioni ai dipendenti e da venerdì saranno tutti in sciopero. È una decisione che ci lascia basiti, ma contro la quale vogliamo combattere duramente. Di fatto al primo bilancio negativo, la multinazionale vuole chiudere Pesaro. Sappiamo che il comparto attraversa difficoltà, ma la Pica rappresenta un investimento a medio termine. Inoltre la grandinata di luglio aveva danneggiato un forno e fino a gennaio è rimasto fuori uso. E questo ha influito sul bilancio. Siamo molto amareggiati perché occorre ragionare in termini complessivi invece la proprietà è pronta a mettere tutti in mobilità. Apriremo un tavolo istituzionale per tentare in ogni modo di evitare la chiusura. Non sarà semplice, ma faremo ogni tentativo. Ci sono tante famiglie che si troveranno senza lavoro, con mutui o affitti da pagare. L’apertura della mobilità sarà imminente, ma nel frattempo avvieremo una serie di trattative e confronti istituzionali per cercare un sussulto di responsabilità dell’azienda”. Facciamo un passo indietro. Sempre a gennaio 2018, l’asta in tribunale a Pesaro per il fallimento della Pica che era andata deserta. La multinazionale Terreal aveva presentato un’offerta scritta al minimo: 3,2 milioni di euro per rilevare lo stabilimento di laterizi. Così dopo un affitto di ramo d’azienda iniziato a maggio 2017, la multinazionale francese che conta 22 stabilimenti nel mondo, un fatturato di 350 milioni di euro e circa 2.400 dipendenti, è diventata proprietaria. Oggi l’azienda conta una sessantina di lavoratori. Ai tempi d’oro erano addirittura 513. Negli anni un calo fino a 250 circa. Poi ad agosto 2016 la prima doccia fredda con l’apertura della mobilità e il licenziamento di 85 dipendenti. La forza lavoro era di 156 unità. Il sindaco Matteo Ricci darà battaglia. “Nel momento dell’acquisto la Terreal aveva garantito continuità produttiva ai proprietari storici, ai lavoratori e alla città. Oggi si sono rimangiati tutto. Sarò con i lavoratori che sciopereranno davanti allo stabilimento e, in accordo con i sindacati, sto scrivendo alla Regione Marche e al Ministro Di Maio per aprire immediatamente un tavolo anti crisi nazionale con il gruppo Terreal. Brutta notizia, ma lotteremo con i lavoratori affinché si possa salvare un marchio storico e i loro posti di lavoro” Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico