Pesaro, figlio in Messico da 2 anni Il papa coraggio Luigi va a "Le Iene"

Pesaro, figlio in Messico da 2 anni Il papa coraggio Luigi va a "Le Iene"
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PESARO I regali del suo quinto compleanno sono lì, pronti per essere scartati. Accanto, ci sono quelli del quarto compleanno e dei due natali trascorsi lontano da suo papà e dalla sua Pesaro. «Lo riporterò in Italia, fosse l’ultima cosa che faccio nella vita» ha ripetuto con le lacrime agli occhi, anche alle Iene, Luigi Mengucci, il papà pesarese a cui la moglie ha sottratto, con l’inganno, il figlio.

I capitoli di questa romanzo privato, fatto di dolore e speranza, grazie anche ai servizi del Corriere Adriatico sono approdati nella redazione di Mediaset. Visibilità in più (l’intervista è stata tradotta in spagnolo) nella speranza di arrivare a scuotere, una volta per tutte, chi di dovere in Italia e in Messico.
 
Mengucci ha lasciato suo figlio nelle mani della madre, all’epoca sua moglie, che aveva poco più di tre anni. Era il settembre 2016. Doveva essere una vacanza di tre settimane in Messico, la terra natia di lei. I mesi senza vederlo, oggi, sono lievitati a 22, quasi due anni, e il bambino (nato in Italia e residente a Pesaro) lo scorso 17 luglio ha compiuto 5 anni. Insieme a sua madre è scomparso nel nulla, latitante, irrintracciabile, nonostante la sentenza di rimpatrio immediato che il Tribunale di Tlanepantla de Baz, Stato del Messico, lo scorso 10 aprile ha disposto dopo il ricorso per revisione vinto da Mengucci. Le ricerche di Interpol e organi di polizia messicani non hanno ancora prodotto risultati. L’ultima volta che ha sentito suo figlio al telefono è accaduto lo scorso gennaio. «Ho piena fiducia nelle autorità messicane per ritrovarlo ed eseguire il rimpatrio» ripete con determinazione d’acciaio Mengucci che, dopo aver incontrato a Pesaro altri genitori-guerrieri nelle sue stesse condizioni, sta lavorando alla costituzione di una associazione che aiuti e tuteli chi, come lui, si è visto sottrarre il figlio da un coniuge con l’inganno. «Ringrazio la comunità messicana, tantissimi mi scrivono e sono solidali con me - rimarca Mengucci, che sta percorrendo ogni canale utile per far conoscere la sua storia -. Sto ricevendo prove di solidarietà e affetto incredibili... I regali per mio figlio sono pronti, quando tornerà a casa, anche se con ritardo, il compleanno noi lo festeggiamo. Come starà? Non sta bene - ha risposto alle Iene - prima di tutto perché gli hanno tolto il suo papà, secondo perché vivono da latitanti. Da gennaio non lo sento neppure al telefono: hanno paura di farsi rintracciare. Se sono arrabbiato con mia moglie? Io sono totalmente concentrato su mia figlio ma non posso perdonarla: non si porta via un figlio senza motivo».

Carica di emozione la lettera che Mengucci ha scritto al figlio con la speranza che, prima o poi, la legga. Le ultime parole sono una speranza di vita: «...Supereremo assieme questa salita, lo stiamo già facendo. In alto il panorama è bellissimo piccolo mio ed ha il tuo volto». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico