PESARO - Una faccenda da 50 euro legata a un prestito finisce in tribunale. E verrebbe da dire che alla fine tra le due parti contrapposte si spenderà molto di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Il Beato Antonio da Fano rivede la luce sei secoli dopo: la salma in condizioni stupefacenti
Via vai sospetto davanti a casa dell'operaio: gli trovano la cocaina nascosta tra i calzini
Una richiesta che ha mandato tutto in cortocircuito ed è finito a colpi di querele. Ed è proprio la modalità che ha portato l’accusa ad aprire un fascicolo ai danni del 54enne. Perché la richiesta di riavere i soldi indietro sarebbe stata fatta, secondo le carte, con «petulanza e biasimevole motivo recando disturbo e molestia» alla donna. Come? Inviando numerosi messaggi sia sms che whatsapp anche dal contenuto minaccioso dopo che lei aveva rifiutato l’invito (e i soldi). E non è tutto perché l’uomo avrebbe anche minacciato la donna per aver subito a suo dire un ingiusto danno, quello appunto dei 50 euro non restituiti. Il tutto condito da frasi come «non sai chi sono io, sono un carabiniere in borghese, ti troverò, sono un protetto dalle forze dell’ordine, ti rovino la vita». Nelle prossime settimane si scriverà la parola fine con una sentenza che in ogni caso sarà ben più salata dei 50 euro mancanti all’appello. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico