Latte con soda caustica, attesa per le analisi delle 200 tonnellate di prodotto sequestrato

Latte con soda caustica, attesa per le analisi delle 200 tonnellate di prodotto sequestrato
PESARO «Non sarà un’indagine lunga»: lo rimarca il procuratore capo di Pesaro Cristina Tedeschini conducendo l’inchiesta sul latte e formaggi...

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PESARO «Non sarà un’indagine lunga»: lo rimarca il procuratore capo di Pesaro Cristina Tedeschini conducendo l’inchiesta sul latte e formaggi adulterati che ha portato al sequestro di 200 tonnellate complessive di prodotto. Ergo, quello che volevano trovare i carabinieri dei Nas e gli ispettori dell’Icfqr l’hanno acquisito nel corso di tre distinte perquisizioni e ora per l’ulteriore svolta aspettano i risultati delle analisi batteriologiche su quanto recuperato tra l’azienda casearia Fattorie Marchigiane, controllata dal gruppo Cooperlat, un deposito di prodotti caseari nel trevigiano e un’azienda agricola dell’Alta Valmarecchia.

 

Alti numeri

Gli inquirenti fanno conto sugli alti numeri delle quantità rintracciate. Accanto ai sequestri documentali che tracciano l’iter dei flussi della materia prima, a cominciare dalle bolle di accompagnamento, c’è il considerevole volume in cifre di quanto scoperto e recuperato per un valore complessivo di 800mila euro: 90 tonnellate di latte, 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari ma, soprattutto, le 2 tonnellate e mezzo di sostanze con cui si può intervenire per bloccare l’acidificazione e consentire il proseguo della commercializzazione nella grande distribuzione. Si tratta di acqua ossigenata e soda caustica, sequestrate in quantità tali da fare ipotizzare agli inquirenti un utilizzo sistemico e non isolato per non consentire scarti nel prodotto. Non ci sono stati sequestri nei supermercati - tra l’altro le sostanze con cui si tratta il latte sono volatili e diventano difficili da rintracciare dopo un certo lasso di tempo , ma in più il rischio è che si rompa il patto fiduciario tra produttore e consumatore - e al momento il perimetro in cui si muove l’inchiesta è circoscritto e definito, avendo bloccato la filiera a monte, nella parte iniziale prima che latte e formaggi potessero arrivate sul mercato. Il che è stato possibile per le segnalazioni di ex dipendenti che hanno fatto scattare l’indagine partita pochi mesi fa a inizio anno. La procura procede per due tipi distinti di reati per frode nell’esercizio del commercio, che fanno riferimento agli articoli 515 e 516 del codice penale. Il primo punisce, fino a un massimo di 2 anni, chi consegni, volontariamente, un prodotto diverso da quella dichiarato per origine, provenienza, qualità o quantità, il secondo colpisce, fino a una pena massima di sei mesi, chi pone mette in commercio come genuine sostanze alimentari che tali non sono.

Di cosa si risponde

Gli indagati che ne devono rispondere al momento sono 10, persone tra vertici a addetti che sono coinvolti su più livelli nel ciclo produttivo. In due distinte note la Cooperlat ha fatto sapere che «i controlli dei prodotti sul mercato non hanno evidenziato alcuna anomalia» e di aver fornito agli inquirenti tramite la controllata Fattorie Marchigiane «la massima collaborazione».

 

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Corriere Adriatico