PESARO - Un piazzamento importante e uno dei migliori italiani in gara. L’ingegnere pesarese Davide Vitali, che da qualche anno ha scoperto la passione per la corsa, si...
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Si tratta di una importante manifestazione in sei tappe che si svolge nel Sahara marocchino e che prevede una media di oltre 30 chilometri al giorno per un totale di 250. Vitali è da poco rientrato in città con un bagaglio ricco di soddisfazioni e ricordi. Si è piazzato tra i primi cinque italiani e ha disputato una gara memorabile. L’anno scorso si era dovuto ritirare prima della tappa di 85 chilometri, causa disidratazione, questa volta è arrivato in fondo e, con i suoi 52 anni e uno solo di ultramaratone alle spalle, ha dato del filo da torcere ad atleti molto più giovani ed avvezzi a tali eventi.
«E’ una gara molto sentita – racconta Davide -, soprattutto da spagnoli, francesi e inglesi. Le difficoltà maggiori sono state l’alimentazione e il grande freddo: di notte c’erano 3-4 gradi e imperava il vento. Una volta tirava talmente forte che l’organizzazione ci ha abbassato le tende schiacciandocele in faccia: una copertura di lana spessa imbottita di sabbia. E’ stata dura dormire, anche per la paura di venire spazzati via. C’era polvere e si viveva in condizioni igieniche precarie. Cercavo piccoli arbusti per accendere il fuoco, scaldavo l’acqua, mi cuocevo gli spaghetti giapponesi e mangiavo anche i tarallini: era la mia cena. A colazione frutta secca dolce, a pranzo ancora tarallini e frutta secca. L’organizzazione forniva soltanto l’acqua e la tenda per dormire», ha raccontato Vitali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico