PESARO - Il calibro del personaggio è conosciuto a livello nazionale. Ben Mohamed Ayaru Borhane potrebbe essere un nome qualunque, ma la sua fama lo precede. Un anno fa fu...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE:
Terrorismo, 10 arresti in Abruzzo: anche un Imam e una commercialista italiana
Consigliere della Lega investe sulle strisce L'imam di Rimini: grave. «Non l'ho visto»
Ma potrebbe essere anche aumentata perché anche a Pesaro ha un precedente, motivo per cui ieri mattina si è aperto il processo a suo carico per danneggiamenti a una cella del carcere e resistenza a pubblico ufficiale, difeso dall’avvocato Salvatore Asole. Fu portato in carcere a Pesaro per poter partecipare a un processo a suo carico a Urbino, ma gli bastò una notte, quella del 12 dicembre, per combinarne delle altre. Finse un malore e chiese l’intervento di un agente della polizia penitenziaria. Ma qui iniziò il suo show. Ruppe il lavandino, il water, il tavolino e sfondò il vetro della finestra.
Prese un pezzo di ceramica appuntita del lavandino appena rotto e ferì un agente che fu costretto a chiamare i rinforzi per calmarlo. Il giorno successivo, al passaggio dello stesso agente, disse di voler tornare subito a Sassari per vendicarsi e far male a qualche agente di polizia penitenziaria.
«E’ un personaggio molto complicato – spiega l’avvocato Salvatore Asole – lo seguo già da quando oppose resistenza a un agente a Fossombrone. Anche durante la celebre fuga, dovetti andare a Palermo dove fu riacciuffato per l’udienza di convalida». Ieri l’imputato ovviamente non c’era, ci sarebbe voluta una scorta troppo importante. «Oggi è detenuto a Sassari, un carcere di massima sicurezza».
Ayari fu protagonista della fuga la notte tra il 17 e il 18 maggio 2018 a Milano. Anche in quel caso, come a Pesaro, finse un malore, dicendo di aver ingerito una lametta, circostanza falsa. Così fu portato all’ospedale Fatebenefratelli, ma da qui riuscì a scappare eludendo i controlli di tre agenti su cui in seguito era stata avviata un’indagine amministrativa interna per verificare eventuali responsabilità o mancanze nella condotta. Fuggì in treno, fece tappa a Bologna, città in cui fu arrestato in passato per spaccio di droga. Sembra che muovesse importanti quantitativi. Alla fine, dopo giorni di ricerche nazionali e internazionali fu catturato a Palermo.
Alta pericolosità
Si era procurato un passaporto falso e stava per imbarcarsi, ma ad attenderlo in biglietteria e in fila c’erano le forze di polizia, in borghese che lo catturarono. «Durante l’udienza di convalida – chiude Asole – ammise tutto, ma aggiunse che aveva pagato tutti i biglietti del treno». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico