PESARO - Ai tempi dei social un hashtag, se condiviso con il cuore, può avere la forza di mettere all’angolo e far sembrare ridicola qualsiasi offesa sessista....
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Lucia, 35 anni, pesarese, professione educatrice per una cooperativa e un «orientamento sessuale palese: mi sono dichiarata più di 10 anni fa», non aveva voluto derubricare il fatto a “ma dai, che cosa vuoi che sia”.
Perché «di certe cose, all’apparenza stupide o piccole, è sempre bene e giusto parlarne per sensibilizzare la gente». E la gente, spontaneamente, ha reagito e dopo aver letto questa storia sul Corriere Adriatico ha lanciato in maniera autonoma l’hashtag #sonolesbica. Un cancelletto per cancellare etichette e ignoranza. Giorno dopo giorno Lucia ha visto moltiplicarsi messaggi di solidarietà da amici, conoscenti e infine da sconosciuti, con foto e post dedicati. Un hashtag trasversale, virale, postato decine e decine di volte in segno di vicinanza anche da etero e uomini che hanno deciso di schierarsi in difesa di una ragazza oggetto di stupidità sessista.
«Una forma di sana ribellione pacifica - ha scritto per esempio Sara, motivando l’hashtag - che spero possa smuovere le cose partendo dal piccolo». Lucia sorride: «Tanti messaggi, tanti like. Da amici e dal presidente dell’Arcigay pesarese ma anche da parte di chi non conosco. Molti dei quali etero, sposati e con figli. Con tante bellissime dediche. Una solidarietà spontanea e bella». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico