Pesaro, ha diffamato il padre adottivo accusandolo di violenze e abusi. Ora dovrà pagare una multa di 600 euro

Pesaro, ha diffamato il padre adottivo. Ora dovrà pagare una multa di 600 euro
PESARO Aveva accusato il padre adottivo di aver violentato lui e la sorella: una denuncia che aveva fatto scalpore (finita in una bolla di sapone) e che aveva innescato una...

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PESARO Aveva accusato il padre adottivo di aver violentato lui e la sorella: una denuncia che aveva fatto scalpore (finita in una bolla di sapone) e che aveva innescato una controdenuncia che aveva portato il 29enne a processo per diffamazione aggravata. Ieri la sentenza: pagherà una multa. Il caso risale al 2019 quando il giovane aveva pubblicato un video su Youtube di circa un’ora e mezza in cui raccontava di abusi e violenze subiti in casa dai genitori adottivi, su di lui e la sorella.  

 

Di qui la denuncia per diffamazione da parte del padre, un noto medico pesarese. La procura aprì un’indagine sui presunti abusi, ma tutto venne archiviato per prove inconsistenti. Il giovane aveva anche minacciato il padre. Nelle scorse udienze in aula è stato mostrato il video ed è stato sentito l’imputato che oggi risiede all’estero, difeso dall’avvocato Giuseppe Romeo. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 1 anno e 3 mesi oltre a 800 euro di multa. L’avvocato del giovane ha sottolineato che quelle parole sarebbero state dettate «dall’ira per quelle speranze di un futuro migliore, disattese dai genitori adottivi». Tra l’altro il giovane sta cercando da anni la sorella di cui non ha più notizie. Ieri il 29enne è stato condannato a 600 euro di multa. Il caso aveva scatenato anche un altro processo perché nell’agosto del 2021 il ragazzo era tornato in Italia e si era diretto sotto casa del padre.

La minaccia

Per minacciarlo: «Appena è finito il processo ti ammazzo, sei un uomo morto». Il tutto mentre prendeva a calci la cassetta postale. L’uomo aveva chiamato la polizia che aveva cercato di calmare il ragazzo. Lui per tutta risposta li aveva aggrediti: «Voi non siete niente, vi vengo a prendere a casa e vi sgozzo. Fatevi gli affari vostri». Al giovane erano anche state trovate un paio di forbici nello zaino, per le quali non aveva saputo giustificare il motivo. Per questo caso il giudice lo aveva condannato a 10 mesi. 

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Corriere Adriatico