Il suicidio della giudice, indagati figlio e marito avvocato: la madre racconta di una lite a Natale

La denuncia scava in 5 anni di rapporti Il presidente degli avvocati: "Le indagini non sono sentenza"

Il suicidio della giudice, indagati figlio e marito avvocato: la madre racconta di una lite a Natale
PESARO Sono cinque gli anni, a cavallo tra il 2017 e il 2022, su cui si focalizza la denuncia presentata dai familiari di Francesca Ercolini, la giudice 51enne, presidente della...

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PESARO Sono cinque gli anni, a cavallo tra il 2017 e il 2022, su cui si focalizza la denuncia presentata dai familiari di Francesca Ercolini, la giudice 51enne, presidente della seconda sezione civile del Tribunale di Ancona, trovata morta in casa la mattina dello scorso Santo Stefano e per cui il marito, l’avvocato Lorenzo Ruggeri, è stato iscritto nel registro degli indagati per il reato di maltrattamenti dalla procura de L’Aquila, competente per i fatti che coinvolgono i magistrati marchigiani.

 

Un fascicolo analogo riguarda il figlio della coppia, minorenne. Sono stati padre e figlio a scoprire il corpo della donna nella tarda mattinata del 26 dicembre nell’appartamento di viale Zara, suicida con un foulard.

Le circostanze

Per le feste natalizie era arrivata da Campobasso anche la madre della giudice, Carmela Fusco, che alloggiava in un appartamento vicino e che nella denuncia accenna, oltre ad episodi che si sono susseguiti negli anni, anche al litigio a cui aveva assistito il giorno di Natale. Tra inverno e primavera la madre, ma non solo lei, è stata sentita due volte dalla procura per circostanziare le accuse nei confronti del genero e del nipote.

La denuncia parla di episodi iniziati dal 2017 in cui Francesca Ercolini sarebbe stata sottoposta «con cadenza quasi quotidiana» a «una vita non conforme alla normale esistenza» che la «mortificava e la poneva in posizione di prostrazione psicologica e materiale», facendola sentire «straniera in casa e isolata» anche nel rapporto con il figlio che diventa più difficile a far data dal 2021. Il tutto allegando chat, foto e video che lei e la figlia si scambiavano via whatsapp nel corso di conversazioni pressochè quotidiane, documentazione e materiale finiti nel fascicolo della procura de L’Aquila tesi a far emergere un clima familiare non solo conflittuale ma di violenza domestica anche se non c’è mai stata nè una denuncia nè una segnalazione ufficiale agli atti.

La stessa strada per arrivare alla conclusione delle indagini è stata accidentata, il primo pm titolare dell'inchiesta aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per il marito per il rischio di inquinamento delle prove ma l'istanza è stata respinta con le indagini passate a un altro titolare.

Silenzio

Ieri a chi ha cercato di contattarla la madre della giudice ha risposto secca «di non poter dire niente» e che «nulla aveva da dire» chiedendo «di rispettare il momento. In silenzio anche il legale della famiglia, e l’avvocato bolognese a cui si è rivolto Ruggeri.

Ha invece parlato l’avvocato Arturo Pardi, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Pesaro, con una breve nota. «Abbiamo appreso di indagini in corso che, come è bene ricordare, non sono decisioni né sentenze» puntualizza, rimarcando che l’avvocato Ruggeri «gode di stima anche all'interno del foro» e che «certe vicende rischiano soprattutto di causare danni ad un minore», restando comunque «sicuri che verranno chiarite in ogni sede, restituendo dignità alle persone coinvolte».

 

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Corriere Adriatico