Pesaro, colpi a collo, ventre e nuca: Sabrina uccisa dal almeno 10 coltellate

Pesaro, colpi a collo, ventre e nuca: Sabrina uccisa dal almeno 10 coltellate
PESARO - Non due, ma una decina di coltellate. È quello che emerge dalle prime evidenze dell’esame autoptico condotto dal medico legale Adriano Tagliabracci sul corpo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PESARO - Non due, ma una decina di coltellate. È quello che emerge dalle prime evidenze dell’esame autoptico condotto dal medico legale Adriano Tagliabracci sul corpo di Sabrina Malipiero, la 52enne uccisa nella sua abitazione in via Pantano. Un esame autoptico lungo, le cui conclusioni saranno rese note tra 60 giorni.

Ma il quadro che emerge è che l’assassino ha raggiunto la vittima con più coltellate in più parti del corpo, sull’addome, dietro l’orecchio e al collo, probabilmente quelle mortali. Si parla di almeno dieci fendenti. Una colluttazione molto forte in cui la vittima presenterebbe anche ferite da difesa. Un attacco iniziato con pugni e ceffoni di violenza inaudita tanto da far saltare anche due denti alla donna. Colpi che l’hanno tramortita. Poi i fendenti con un coltello domestico abbandonato dal killer nella cucina. Non è stato l’unico esame di ieri, perché il medico legale ha visionato anche il corpo dell’accusato Zakaria Safri.
  
In particolare una mano gonfia tra indice e pollice, e capire se questo trauma possa essere compatibile con i pugni inferti alla donna e con l’eventuale contatto coi denti fatti saltare alla vittima. Ci sarebbe anche un graffio sul corpo dell’uomo, anche questo oggetto di riscontri e tutto da interpretare. Anche in questo caso il medico si è preso 60 giorni per fornire tutte le spiegazioni del caso. Esattamente come per gli esami tossicologici. Intanto la Procura sta cercando di blindare l’ipotesi accusatoria. Ricordiamo che Zakaria Safri, 38enne marocchino aveva confessato il delitto nell’interrogatorio in piena notte, tra sabato e domenica.
«Ero fatto di cocaina, non ho capito più nulla». Ma i suoi avvocati hanno parlato di una «confessione indotta, forzata». Tanto che ha ritrattato tutto. Ha detto di non essere lui il responsabile della morte e di indagare sulle amicizie di Sabrina. Ma gli inquirenti stanno circoscrivendo anche il movente. Che sarebbe legato a presunti debiti tra Safri e la donna. Zak era poi fuggito con l’auto di Sabrina e le ha preso la borsa. Anche l’ipotesi di un furto di denaro finito male è al vaglio degli inquirenti. Gli investigatori già durante la conferenza stampa di lunedì avevano parlato di «elementi probatori robusti». Riguardo al movente la procura aveva sottolineato dei «sospesi in ballo», «co-moventi», «una pluralità di elementi che, sommati al consumo di cocaina, hanno portato Zak a perdere il controllo di sé, a colpire con violenza e più volte al viso la vittima e a ucciderla con un coltello preso in cucina».

Safri ha precedenti per danneggiamento e violenza privata (decreto penale e patteggiamento), oltre che per un trattamento sanitario obbligatorio. Per gli investigatori una personalità «proteiforme, capace di raccontare fatti e di assumere atteggiamenti diversi a seconda delle contestazioni che gli venivano avanzate». Attesa anche la decisione della Procura di rilasciare il nulla osta per poter restituire la salma ai famigliari e celebrare così i funerali. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico