Dopo l’ergastolo ancora guai per Safri accusato di aver minacciato un agente

Dopo l’ergastolo ancora guai per Safri accusato di aver minacciato un agente
PESARO  - Ancora guai per Zakaria Safri. Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Sabrina Malipiero, il 39enne marocchino dovrà affrontare altri due...

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PESARO  - Ancora guai per Zakaria Safri. Condannato all’ergastolo per l’omicidio di Sabrina Malipiero, il 39enne marocchino dovrà affrontare altri due processi. Ieri mattina l’apertura di un nuovo fascicolo: questa volta per minacce a un agente della polizia penitenziaria. Il fatto risale al maggio 2019 e secondo l’accusa Safri pretendeva la consegna di un pacco postale a lui indirizzato. Ma secondo il regime carcerario avrebbe potuto ritirare la posta solo un paio di giorni dopo. 

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Su tutte le furie ha iniziato a intimidire la guardia carceraria con frasi come «Ti ammazzo, ti spacco la faccia» conditi da altri insulti e turpiloqui. L’agente non ha lasciato passare la cosa sotto traccia e Safri è finito a processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro con l’accusa di minaccia posta in essere per costringere il pubblico ufficiale a compiere un atto contrario ai propri doveri. Reato che prevede una pena fino a tre anni. In settimana era già stato protagonista di un altro caso. Questa volta per affari di droga.

 

Per lui l’accusa è di aver spacciato tra l’estate del 2017 e gennaio 2018 monodosi di cocaina da 0,5-1 grammo confezionate in palline chiuse in carta cellophanata e termosaldate. Una pratica che consente di ingerire le palline qualora il possessore finisca in un controllo delle forze dell’ordine. La tesi è che ci sarebbero state una decina di cessioni dopo contatti telefonici, avvenute in un bar di Pesaro. L’altro capo di accusa riguarda le dichiarazioni da lui fatte in tribunale durante il processo per omicidio. Dopo aver detto di aver interrotto lo spaccio dal 2013 al 2018, lo avrebbe ripreso come una fonte di reddito. 
Il precedente


Durante l’udienza aveva detto di aver ceduto cocaina alla vittima, ma anche ad altre persone venute a testimoniare al processo, dai 50 ai 70 grammi a settimana per un reddito di 4000-5000 euro al mese. Insomma altri guai dopo essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Sabrina Malipiero, uccisa con 11 coltellate il 13 luglio 2018 in via Pantano. È difeso dagli avvocati Gianluca Sanchini e Laura Biagioli.

 

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Corriere Adriatico