PESARO - Alta tensione in piazzale Matteotti per l’intitolazione dei giardini a Bettino Craxi. La cerimonia è iniziata in ritardo, preceduta da veementi...
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Poi è stato il turno del sindaco Matteo Ricci, le grida aumentavano d’intensità, “prepotente”, hanno urlato, mentre parlava il primo cittadino: «Non ho preso questa decisione per ottenere consenso ma perché la reputo giusta. Dopo venti anni dalla morte occorre storicizzare un giudizio. vengo da una famiglia anticraxiana e di certo questa non è una scelta politica. Ognuno resta della sua idea sull’ex leader socialista. E anch’io rimango della mia. Ho iniziato a fare politica combattendo proprio Craxi, Andreotti e Forlani. Mi sono forgiato su questo, non sono di certo craxiano. Ma in questo caso non devo dare una valutazione politica.In molti mi hanno chiesto chi me lo faceva fare. Rispondo così: me l’ha fatto fare un grande spirito democratico, che non è fatto di urla e insulti. Ma di dialogo, ragionamento e riflessione. Ascolto le proteste, le conosco, in parte le condivido. Ma non condivido invece i toni né l’atteggiamento antidemocratico di alcuni che non ha a che fare con la nostra città». Bobo Craxi ha sottolineato il «coraggio del sindaco, anche sfidando l’impopolarità. Lo squadrismo fascista è sempre in agguato, democraticamente potrebbero indire un referendum contro questa scelta, sono ospite della città, onorato di questo gesto, non sono molto preoccupato del fatto in sè. Lo squadrista in genere vuole avere sempre ragione, ad un certo punto dovrà prendere atto di una scelta democratica di una giunta eletta dal popolo. Mi auguro che i giardini intitolati a mio padre siano un luogo di fratellanza e non di divisione». Lo stesso Craxi a fine cerimonia, mentre stava andando via, è stato protagonista di un momento di tensione: si è accesa una miccia tra lui e alcuni contestatori, sono intervenute le forze dell’ordine e lo hanno portato via. «Intestare un luogo pubblico a un condannato, non uno qualsiasi, il simbolo di tangentopoli, che è stato l’esempio degli anni peggiori dell’Italia, per noi è scandaloso - dice Italo Campagnoli, uno dei contestatori - Siamo venuti tutti a titolo personale, non è una manifestazione organizzata, Siamo indignati, per noi è uno schifo che si vada a fare una intitolazione a fianco di piazzale dedicato a Matteotti, morto per denunciare gli imbrogli, e oggi si intitolano i giardini a chi gli imbrogli li ha fatti».
Tra i manifestanti presenti anche i consiglieri comunali Lorenzo Lugli (M5S) e Giovanni Dallasta (Lega). L’ex vicepresidente del consiglio Claudio Martelli ha ricordato che «sono passati 30anni dall’esilio di Craxi, è tempo di riflettere su tutto. Ripetere slogan di 30 anni fa non è segno di buonsenso nè di lungimiranza». Presenti anche il sindaco di Fano Massimo Seri e il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio. Poi è stata scoperta la targa, sotto la quale sono state posate rose rosse. Ma ieri non c’è stato solo il sindaco Matteo Ricci nell’occhio del ciclone. I sindacati di polizia Siulp e Silp puntano il dito anche contro il prefetto Vittorio Lapolla. «Non si intitolano strade a condannati - intervengono i segretari provinciali di Siulp e Silp-Cgil, rispettivamente Marco Lanzi e Pierpaolo Frega - I tentativi, riusciti o meno, di dedicare una strada, una piazza o un parco a Craxi hanno sempre suscitato un aspro dibattito, sia fra i politici sia tra i comuni cittadini. Altri prefetti, in passato, hanno negato tale autorizzazione ad altre amministrazioni comunali. Tale autorizzazione era indispensabile anche per intitolare a Bettino Craxi questo importante spazio nel centro della nostra città? C’è stata un’istruttoria? Il Prefetto ha dato parere favorevole? Se così fosse, lo riterremmo un fatto molto grave».
A questo proposito ieri da Palazzo Ducale è arrivata la conferma che l’intitolazione avvenuta nel pomeriggio, è stata autorizzata dalla Prefettura di Pesaro-Urbino: «La prefettura procede all’istruttoria insieme alla Deputazione della Storia Patria, competente ad esprimere un parere sulla fattibilità. Un procedimento ordinario, senza decreto autorizzatorio non ci potrebbe essere l’intitolazione», hanno fatto sapere dagli uffici prefettizi.
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Corriere Adriatico