PESARO - Alta tensione in piazzale Matteotti per l’intitolazione dei giardini a Bettino Craxi. La cerimonia è iniziata in ritardo, preceduta da veementi contestazioni, proseguite anche nel corso degli interventi, tra fischi e cartelli, al grido di vergogna, “la città di Pesaro è contraria”. Gran lavoro per le forze dell’ordine, e sono dovuti arrivare anche rinforzi dalla Questura, nel cercare di tenere divisi i contestatori (una cinquantina) dai sostenitori, che sventolavano le pagine dell’Avanti con il titolo “Per amore della patria”. Il primo a parlare è stato l’assessore comunale Riccardo Pozzi, segretario provinciale del Psi: «Nonostante ci sia chi prova a non far esercitare i diritti democratici, tutti i socialisti devono essere orgogliosi di questo Comune e ringraziare il sindaco».
Poi è stato il turno del sindaco Matteo Ricci, le grida aumentavano d’intensità, “prepotente”, hanno urlato, mentre parlava il primo cittadino: «Non ho preso questa decisione per ottenere consenso ma perché la reputo giusta. Dopo venti anni dalla morte occorre storicizzare un giudizio. vengo da una famiglia anticraxiana e di certo questa non è una scelta politica. Ognuno resta della sua idea sull’ex leader socialista. E anch’io rimango della mia. Ho iniziato a fare politica combattendo proprio Craxi, Andreotti e Forlani. Mi sono forgiato su questo, non sono di certo craxiano. Ma in questo caso non devo dare una valutazione politica.In molti mi hanno chiesto chi me lo faceva fare. Rispondo così: me l’ha fatto fare un grande spirito democratico, che non è fatto di urla e insulti. Ma di dialogo, ragionamento e riflessione. Ascolto le proteste, le conosco, in parte le condivido. Ma non condivido invece i toni né l’atteggiamento antidemocratico di alcuni che non ha a che fare con la nostra città». Bobo Craxi ha sottolineato il «coraggio del sindaco, anche sfidando l’impopolarità. Lo squadrismo fascista è sempre in agguato, democraticamente potrebbero indire un referendum contro questa scelta, sono ospite della città, onorato di questo gesto, non sono molto preoccupato del fatto in sè. Lo squadrista in genere vuole avere sempre ragione, ad un certo punto dovrà prendere atto di una scelta democratica di una giunta eletta dal popolo. Mi auguro che i giardini intitolati a mio padre siano un luogo di fratellanza e non di divisione». Lo stesso Craxi a fine cerimonia, mentre stava andando via, è stato protagonista di un momento di tensione: si è accesa una miccia tra lui e alcuni contestatori, sono intervenute le forze dell’ordine e lo hanno portato via. «Intestare un luogo pubblico a un condannato, non uno qualsiasi, il simbolo di tangentopoli, che è stato l’esempio degli anni peggiori dell’Italia, per noi è scandaloso - dice Italo Campagnoli, uno dei contestatori - Siamo venuti tutti a titolo personale, non è una manifestazione organizzata, Siamo indignati, per noi è uno schifo che si vada a fare una intitolazione a fianco di piazzale dedicato a Matteotti, morto per denunciare gli imbrogli, e oggi si intitolano i giardini a chi gli imbrogli li ha fatti».
A questo proposito ieri da Palazzo Ducale è arrivata la conferma che l’intitolazione avvenuta nel pomeriggio, è stata autorizzata dalla Prefettura di Pesaro-Urbino: «La prefettura procede all’istruttoria insieme alla Deputazione della Storia Patria, competente ad esprimere un parere sulla fattibilità. Un procedimento ordinario, senza decreto autorizzatorio non ci potrebbe essere l’intitolazione», hanno fatto sapere dagli uffici prefettizi.
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