Il coordinatore Usca Delbianco: 9 casi su 10 sono nuclei non vaccinati: «Covid, più visite a domicilio, famiglie contagiate dai figli»

Il coordinatore Usca Delbianco: 9 casi su 10 sono nuclei non vaccinati: «Covid, più visite a domicilio, famiglie contagiate dai figli»
PESARO - «Più visite al domicilio con un sostanziale aumento del carico sui medici di continuità assistenziale Usca. Numeri alla mano si ricevono un terzo di...

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PESARO - «Più visite al domicilio con un sostanziale aumento del carico sui medici di continuità assistenziale Usca. Numeri alla mano si ricevono un terzo di schede in più per diagnosi Covid e solo nelle ultime due settimane». A dirlo è il dottor Marco Delbianco, coordinatore per il Distretto di Pesaro dei medici Usca. Anche sulle unità speciali di emergenza da inizio novembre si è abbattuto il “taglio” dei medici e del personale disponibile con il passaggio da 4 medici a 2 medici per turno nei tre Distretti del territorio.

 

 
Maggior carico di lavoro
Alla luce dell’aumento del numero di positivi nettamente più evidente nel comprensorio di Pesaro, e dell’apertura del centro tamponi rapidi in via Lombardia a inizio dicembre, il Distretto sanitario ha richiesto il rafforzamento delle squadre e la presenza di un medico in più per ogni Distretto. Dai medici, lo spaccato sull’aumento dei positivi in città e nell’hinterland, preoccupante è infatti la diffusione del virus e la messa in quarantena anche di interi nuclei familiari, tutti non vaccinati. Dai giovani agli adulti e in alcuni casi anche i nonni. Il trend: «Il rapporto di pazienti vaccinati e risultati positivi al virus che si rivolgono all’Usca è di un caso su dieci – osserva il dottor Delbianco – il resto delle prese in carico avviene esclusivamente fra i no vax. Superata la metà del mese, le prese in carico sono aumentate, dalle 10 schede trasmesse dai medici di famiglia alle nostre unità, siamo passati a gestire una media di 15-20 schede giornaliere per visite e terapia al domicilio. Casi particolari girando fra Pesaro e zone limitrofe ce ne sono e l’ultimo risale a qualche giorno fa: è stato richiesto l’intervento Usca per una famiglia, interamente non vaccinata. Tutto è partito da un ragazzino 12enne attualmente in didattica a distanza e con la propria classe in quarantena, ma che nei giorni precedenti pare abbia contagiato tutti i componenti della famiglia, genitori, fratello e i nonni. Sono sempre più frequenti prese in carico, dove alla visita dei medici Usca si scopre che uno o più nuclei familiari legati da parentele o da legami di conoscenza stretta, risultano non vaccinati e con sintomi». I medici: l’identikit del paziente che si rivolge ai medici Usca per l’assistenza va dai 40 ai 65-70 anni, e spesso rimarcano i medici stessi, anche con un peggioramento delle condizioni per un uso improprio delle cosiddette “cure domiciliari”. 


Necessari più medici
«Attualmente l’unità Usca, che opera nel comprensorio di Pesaro – commenta il dottor Gregorio Bucci, referente del servizio – non riesce ad arrivare ovunque e soddisfare in tempi rapidi le richieste in arrivo e in crescita. Le liste di attesa per la visita di pazienti al Covid al domicilio così si allungano. L’auspicio è che da dicembre possa subentrare un medico in più a turno mentre al momento il servizio predisposto a turnazione vede il medico e l’infermiere. Due unità, che hanno in carico non solo i malati Covid ma anche tamponi rapidi e da qualche settimana, la somministrazione della terza dose agli over 80 o fragili al domicilio, demandata all’Usca nel caso di scarse adesioni fra i medici di famiglia a vaccinare i propri pazienti».


let. fr.
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Corriere Adriatico