PESARO - «Più visite al domicilio con un sostanziale aumento del carico sui medici di continuità assistenziale Usca. Numeri alla mano si ricevono un terzo di schede in più per diagnosi Covid e solo nelle ultime due settimane». A dirlo è il dottor Marco Delbianco, coordinatore per il Distretto di Pesaro dei medici Usca. Anche sulle unità speciali di emergenza da inizio novembre si è abbattuto il “taglio” dei medici e del personale disponibile con il passaggio da 4 medici a 2 medici per turno nei tre Distretti del territorio.
Maggior carico di lavoro
Alla luce dell’aumento del numero di positivi nettamente più evidente nel comprensorio di Pesaro, e dell’apertura del centro tamponi rapidi in via Lombardia a inizio dicembre, il Distretto sanitario ha richiesto il rafforzamento delle squadre e la presenza di un medico in più per ogni Distretto. Dai medici, lo spaccato sull’aumento dei positivi in città e nell’hinterland, preoccupante è infatti la diffusione del virus e la messa in quarantena anche di interi nuclei familiari, tutti non vaccinati. Dai giovani agli adulti e in alcuni casi anche i nonni. Il trend: «Il rapporto di pazienti vaccinati e risultati positivi al virus che si rivolgono all’Usca è di un caso su dieci – osserva il dottor Delbianco – il resto delle prese in carico avviene esclusivamente fra i no vax. Superata la metà del mese, le prese in carico sono aumentate, dalle 10 schede trasmesse dai medici di famiglia alle nostre unità, siamo passati a gestire una media di 15-20 schede giornaliere per visite e terapia al domicilio.
Necessari più medici
«Attualmente l’unità Usca, che opera nel comprensorio di Pesaro – commenta il dottor Gregorio Bucci, referente del servizio – non riesce ad arrivare ovunque e soddisfare in tempi rapidi le richieste in arrivo e in crescita. Le liste di attesa per la visita di pazienti al Covid al domicilio così si allungano. L’auspicio è che da dicembre possa subentrare un medico in più a turno mentre al momento il servizio predisposto a turnazione vede il medico e l’infermiere. Due unità, che hanno in carico non solo i malati Covid ma anche tamponi rapidi e da qualche settimana, la somministrazione della terza dose agli over 80 o fragili al domicilio, demandata all’Usca nel caso di scarse adesioni fra i medici di famiglia a vaccinare i propri pazienti».
let. fr.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout