Gli sferra una coltellata ma il rivale è salvato dalla fibbia: nuova condanna per l'aggressore del pronto soccorso

Gli sferra una coltellata ma il rivale è salvato dalla fibbia: nuova condanna per l'aggressore del pronto soccorso
PESARO - Gli sferra una coltellata alla pancia, per fortuna la lama si era fermata sulla cinta. C’è la condanna. Il fatto di cronaca era accaduto nell’ottobre...

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PESARO - Gli sferra una coltellata alla pancia, per fortuna la lama si era fermata sulla cinta. C’è la condanna. Il fatto di cronaca era accaduto nell’ottobre del 2019 con il protagonista che ha già un passato turbolento perché aveva aggredito i medici al pronto soccorso.

 

E’ la storia di un 39enne originario di Brescia che una sera di ottobre aveva incontrato un amico in via Cecchi. Ma a suo dire aveva la colpa di aver messo in giro alcune strane voci sul suo conto. E complice l’alcol ha estratto un coltello e lo ha colpito al fianco. Non era riuscito a perforarlo solo perché la lama ha rimbalzato sulla fibbia della cintura che ha attutito il colpo. Ma l’uomo è finito a giudizio con l’accusa di lesioni e porto abusivo d’armi atte a offendere fuori dall’abitazione (il coltello ndr). Difeso dall’avvocato Enrico Maria Paci è stato condannato a 7 mesi. Pena che si sommerà ad altre imputazioni. Dopo un’assoluzione per bancarotta fraudolenta era stato protagonista di una rapina nel bresciano. A ottobre del 2019 era stato arrestato per aver aggredito il primario del pronto soccorso e un suo collega: il 38enne prese a schiaffi e pugni l’allora dirigente Stefano Loffreda. A prendere le difese del primario ci fu un altro medico che fu spinto e strattonato. Ma oltre ai reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, la procura ha contestato anche altro. Ovvero lo stalking. Il 38enne avrebbe compiuto una serie di atti “oggettivamente e consapevolmente persecutori” ai danni del personale medico del pronto soccorso presentandosi continuamente negli ambulatori medici. Una escalation in cui si sono registrati più di 150 accessi con la pretesa di avere farmaci oppiacei non dovuti. Reati per cui aveva patteggiato 9 mesi e 10 giorni.

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Corriere Adriatico