Ex Amga, i privati bussano al Consiglio di Stato e chiedono un risarcimento-monstre: «Vogliamo 35 milioni dal Comune»

Ex Amga, i privati bussano al Consiglio di Stato e chiedono un risarcimento-monstre: «Vogliamo 35 milioni dal Comune»
PESARO - Ex Amga, i privati chiedono al Comune un risarcimento danni “monstre” da 35 milioni di euro. E ora vanno al Consiglio di Stato. L’avvocatura comunale:...

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PESARO - Ex Amga, i privati chiedono al Comune un risarcimento danni “monstre” da 35 milioni di euro. E ora vanno al Consiglio di Stato. L’avvocatura comunale: «Domanda risarcitoria onerosissima». E’ una storia senza fine, una battaglia giudiziaria estenuante, destinata a durare ancora a lungo. E’ il caso dell’Ex Amga, l’area di via Morosini dove era in costruzione l’ultima di tre torri residenziali, interessata dall’inquinamento fuoriuscito nel 2011.

 

L’ultimo capitolo della battaglia legale, di pochi giorni fa, riguarda il fronte giudiziario-amministrativo, con il ricorso presentato dalle ditte dell’ex Amga al Consiglio di Stato contro l’ultima sentenza del Tar, per la quale il Comune si è costituito in giudizio la scorsa settimana, riconfermando l’avvocato Graziosi a tutelare legalmente l’ente. 

La sorpresa

A fare scalpore, e anche il commento dell’avvocatura comunale in una nota protocollata, lo conferma - «domanda risarcitoria onerosissima» -, è la cifra che i privati hanno inserito, nel terzo atto dei motivi aggiunti al ricorso in primo grado, che ora emerge pubblicamente in quanto riconfermato anche nei documenti inviati per l’appello al Consiglio di Stato: nella causa hanno chiesto un risarcimento danni al Comune di oltre 35 milioni di euro. Recentemente, sul fronte giudiziario civile, le ditte hanno presentato un ulteriore ricorso per la revoca della sentenza 920/21 Corte d’Appello di Ancona (anche in questo caso il Comune ha deciso di resistere in giudizio), con la quale nello scorso autunno lo stesso tribunale di secondo grado aveva respinto il ricorso delle società costruttrici dell’allora comparto residenziale rispetto all’edificabilità della terza torre, condannandole al pagamento in solido anche a favore del Comune di Pesaro delle spese di giudizio, quasi 49 mila euro. Nelle ultime settimane il cantiere si è aperto alla città, in quanto sono stati rimossi i teli di protezione dell’ex Amga per effettuare i lavori di completamento del marciapiede adiacente all’area di bonifica. All’interno, è stata avviata la fase naturalistica della bonifica, ed è in corso la piantumazione. Le ultime analisi del terreno, mostrate in Conferenza dei Servizi, sono state incoraggianti da questo punto di vista. Un progetto a step, che prevede la pulizia dell’area, la realizzazione delle opere civili, scavi e realizzazione del fito-lago. L’azione di bonifica si svolge su due binari. Da un lato Bioaugmentation, ovvero l’addizione di microorganismi selezionati dal sito e specializzati nella biodegradazione dei contaminanti target, al fine di attivare-accelerare i processi degradativi di interesse per la bonifica del sito. 

Il progetto

E Phytoremediation cioè l’utilizzo dei processi metabolici e fisiologici caratteristici delle piante per contenere, eliminare o ridurre, al di sotto di valori di concentrazione stabiliti dalla legge, la presenza nell’ambiente di alcune sostanze organiche e inorganiche classificate come pericolose. Nell’area di via Morosini verranno piantate più di 20 specie verdi e 500 piante: oltre 200 alberi, tra prima e seconda classe, arbusti medi e piccoli e erbacee permanenti. Una volta che l’area sarà piantumata e sistemata, verrà mantenuta anche grazie alla presenza di un laghetto realizzato con le acque della falda purificate e che serviranno per il sostentamento del verde.

 

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Corriere Adriatico