PESARO - Ex Amga, i privati chiedono al Comune un risarcimento danni “monstre” da 35 milioni di euro. E ora vanno al Consiglio di Stato. L’avvocatura comunale: «Domanda risarcitoria onerosissima». E’ una storia senza fine, una battaglia giudiziaria estenuante, destinata a durare ancora a lungo. E’ il caso dell’Ex Amga, l’area di via Morosini dove era in costruzione l’ultima di tre torri residenziali, interessata dall’inquinamento fuoriuscito nel 2011.
L’ultimo capitolo della battaglia legale, di pochi giorni fa, riguarda il fronte giudiziario-amministrativo, con il ricorso presentato dalle ditte dell’ex Amga al Consiglio di Stato contro l’ultima sentenza del Tar, per la quale il Comune si è costituito in giudizio la scorsa settimana, riconfermando l’avvocato Graziosi a tutelare legalmente l’ente.
La sorpresa
A fare scalpore, e anche il commento dell’avvocatura comunale in una nota protocollata, lo conferma - «domanda risarcitoria onerosissima» -, è la cifra che i privati hanno inserito, nel terzo atto dei motivi aggiunti al ricorso in primo grado, che ora emerge pubblicamente in quanto riconfermato anche nei documenti inviati per l’appello al Consiglio di Stato: nella causa hanno chiesto un risarcimento danni al Comune di oltre 35 milioni di euro.
Il progetto
E Phytoremediation cioè l’utilizzo dei processi metabolici e fisiologici caratteristici delle piante per contenere, eliminare o ridurre, al di sotto di valori di concentrazione stabiliti dalla legge, la presenza nell’ambiente di alcune sostanze organiche e inorganiche classificate come pericolose. Nell’area di via Morosini verranno piantate più di 20 specie verdi e 500 piante: oltre 200 alberi, tra prima e seconda classe, arbusti medi e piccoli e erbacee permanenti. Una volta che l’area sarà piantumata e sistemata, verrà mantenuta anche grazie alla presenza di un laghetto realizzato con le acque della falda purificate e che serviranno per il sostentamento del verde.