Pesaro, sfruttano gli "schiavi" dei volantini pubblicitari: sette denunciati. Multe per 730mila euro

Pesaro, sfruttano gli "schiavi" dei volantini pubblicitari: sette denunciati. Multe per 730mila euro
PESARO - La vecchia bici Graziella per consegnare i volantini. Ma dietro si nascondeva un giro di sfruttamento del lavoro. I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro...

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PESARO - La vecchia bici Graziella per consegnare i volantini. Ma dietro si nascondeva un giro di sfruttamento del lavoro. I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pesaro e Urbino hanno denunciato sei persone per intermediazione illecita, il cosiddetto caporalato.


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Viene contestata una evasione contributiva di 400 mila euro, sono ben 70 i lavoratori in nero riscontrati oltre ad altri irregolarmente occupati. Per le irregolarità accertate multe per 730 mila euro circa. Sono questi i numeri dell’indagine dei carabinieri che hanno monitorato il fenomeno lavoro e sfruttamento nell’ambito della distribuzione del materiale pubblicitario su delega della Procura della Repubblica di Pesaro. Vittime dello sfruttamento pakistani, afgani, richiedenti protezione internazionale. I responsabili di queste società, come hanno dimostrato le indagini, avevano costituito 7 ditte individuali (o società) tutte riconducibili a cittadini pakistani.

lavoratori, privi di mezzi di sussistenza alternativi e costretti a vivere in condizioni igienico-sanitarie precarie, venivano reclutati e trasportati nella provincia di Pesaro, ma anche in quelle di Ancona e Rimini, mediante furgoni fatiscenti e insicuri. Tutti erano costretti a lavorare in condizioni indecorose e sotto continua sorveglianza. Erano «affidati» al controllo di un capo squadra, venivano monitorati tramite sistemi Gps, erano impiegati anche per più di 11/12 ore di lavoro al giorno (per cinque/sei giorni alla settimana), violando ripetutamente la normativa di in materia di orario di lavoro e riposo. Il tutto ricevendo una misera retribuzione di 30 euro al giorno, rigorosamente in nero Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico