Pesaro, caos sui genitori No Vax: alcuni condannati, altri assolti. E c'è il rischio ricorsi

Pesaro, caos sui genitori No Vax: alcuni condannati, altri assolti. E c'è il rischio ricorsi
PESARO - Si andrà avanti a colpi di opposizioni, oblazioni e ricorsi alla Cassazione nella vicenda caso vaccini che ha diviso anche i giudici. Tutto era scoppiato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PESARO - Si andrà avanti a colpi di opposizioni, oblazioni e ricorsi alla Cassazione nella vicenda caso vaccini che ha diviso anche i giudici. Tutto era scoppiato nell’autunno del 2018 quando è stato sancito l’obbligo di vaccinazione per poter andare all’asilo o alla scuola dell’infanzia. Ma alcuni genitori free vax non hanno comunque vaccinato i figli, mandandoli a scuola.


LEGGI ANCHE:
Renata trovata morta da un tartufaio. «Vado dallo zio», poi il malore improvviso

Ascoli, ex carabiniere ucciso: i coniugi Spagnulo incastrati da un fotogramma e dai testimoni. Ha sparato lei?


Ci furono vari episodi di espulsione e persino di interventi di forze dell’ordine. Partirono le querele e furono aperti oltre 100 fascicoli in procura a Pesaro. Tutti per la contravvenzione di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, l’articolo 650. Alcuni furono archiviati, altri hanno fatto il loro corso. Sui casi che sono arrivati a sentenza, i verdetti sono opposti. Il giudice Giacomo Gasparini ha prosciolto 30 genitori, mentre il collega Francesco Messina ne ha condannati una ventina. L’avvocatessa Isabella Giampaoli segue i genitori protagonisti, sia quelli prosciolti che quelli condannati.
 
«Dunque, c’è stata una duplice interpretazione. Gli unici condannati fanno parte del Comune di Pesaro e afferiscono alle scuole di infanzia comunale. L’idea è che il dirigente del servizio educativo è un pubblico ufficiale a tutti gli effetti, dunque l’espulsione rientra nell’articolo 650, ovvero l’inosservanza dei provvedimenti. Mentre le querele presentate da presidi o dirigenti possono essere cadute perché loro non risultano come pubblici ufficiali. E anche per i genitori i cui figli non frequentano scuole comunali ma statali. Ma aspettiamo di vedere gli atti, perché ai miei assistiti non è stato notificato ancora nulla. Ora potremo seguire due strade: per chi vorrà andare avanti con il processo faremo opposizione. Oppure nell’altro caso pagando un’ammenda di circa un centinaio di euro si estingue il reato: si tratta dell’oblazione. Ci sono famiglie stanche di tutto questo che vogliono chiudere tutto al più presto, altre che potrebbero proseguire».


Del resto la situazione non è chiara come rileva Giampaoli: «Sono stati usati due pesi e due misure. In altre procure d’Italia i casi sono stati archiviati, così come a Urbino. A livello giuridico c’è una falla nell’interpretazione della legge perché il provvedimento di espulsione non esiste come reato e la legge 119 viene mal interpretata. Parliamo di una contravvenzione. Del resto anche la Procura sembra voler arrivare fino in Cassazione per avere una uniformità di giudizio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico