PESARO- Cade dopo l’anestesia e sbatte la testa. Morirà qualche giorno dopo e una perizia stabilisce tra le concause proprio la caduta. Ora si apre il processo...
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L’esito dell’esame autoptico dice che «la causa di morte è dovuta da emorragia endocranica post traumatica instauratasi su un quadro di preesistente carcinosi meningea che ha provocato una alterazione peggiorativa terminale della funzione cardiaca» e che «sussiste un nesso di causalità materiale tra la caduta e la morte». Sempre nel referto si parla di «errore consistente nell’omessa sorveglianza della paziente, a rischio caduta» ma anche una «responsabilità di struttura consistente nell’omessa predisposizione di uno specifico protocollo per la prevenzione di cadute del paziente in sala operatoria da parte dell’azienda Ospedali riuniti Marche Nord». Infine il perito scrive che «gli errori e le responsabilità assumono valenza causale nel determinismo della morte».
Da qui una battaglia legale di quasi due anni che è arrivata a uno spartiacque come spiega l’avvocato Santini: «Il procedimento penale, aperto dalla procura contro ignoti, è poi confluito nel procedimento nei confronti dell’anestesista di cui il gup ha disposto il rinvio a giudizio per omicidio colposo». L’udienza in Tribunale si aprirà i primi di luglio. Nel frattempo l’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord non pare essere intenzionata a risarcire gli eredi. «I figli della signora - spiega il legale- hanno chiesto un risarcimento danni per 500mila euro all’assicurazione dell’ospedale. Ma le trattative sono state infruttuose. Anche l’udienza di mediazione è andata deserta e sostanzialmente l’assicurazione parla di evento accidentale e non è pronta a pagare se non per una cifra irrisoria, non considerabile. Noi ci costituiremo parte civile per andare fino in fondo a questa storia».
Solo un mese fa l’assicurazione di Marche Nord aveva liquidato un maxi risarcimento di 1,5 milioni per il caso della morte nel 2013 della paziente Nadia Bolletta, 38enne di Cingoli, moglie e madre di una bambina che fu operata al trigemino. E’ in corso un processo per omicidio colposo, legato a un intervento che per l’accusa era controindicato per i rischi connessi a una patologia neurodegenerativa, la Mngie (Encefalomiopatia neurogastrointestinale mitocondriale) di cui la donna soffriva. Ma intanto i familiari della vittima sono già stati liquidati. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico