Pesaro, assalto al portavalori: rapinatori fuori controllo sotto effetto della cocaina

PESARO - Un assalto sotto l’effetto della coca, o di qualche altra sostanza eccitante, dopo aver seguito il furgone tra uno spostamento e l’altro. E’ quanto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
PESARO - Un assalto sotto l’effetto della coca, o di qualche altra sostanza eccitante, dopo aver seguito il furgone tra uno spostamento e l’altro. E’ quanto sospettano gli inquirenti per l’agguato all’uomo di fiducia della Dml fuori dal parcheggio del Trony lunedì mattina. Una sparatoria d’eccessi come non se ne vedevano a Pesaro da oltre 20 anni.

 

«Tocca riavvolgere il nastro della memoria e tornare ai tempi della rapina in banca in Ponchielli o ancora prima ai Savi e della Uno Bianca - dicono alla polizia -: morte, sangue e terrore». Terrore e sangue si sono sparsi, fortunatamente è mancato il morto, ma solo per il sangue freddo del massiccio e addestrato bodyguard. Ed è questo che non, torna se ad eseguire il colpo fosse stato un commando di professionisti con un piano studiato a tavolino.
 

Sicuramente la rapina non è stata improvvisata: l’anonimo furgone Hyundai non è certo la prima volta che fa sosta vista Trony. Ogni lunedì arriva per la consegna dell’incasso del weekend e così può capitare anche altre volte durante la settimana.
 
Ma il lunedì è un appuntamento fisso della tarda mattinata, a maggior ragione l’altro giorno fresco di conclusione e soldi del Black Friday (oltre 35mila euro) da consegnare in una banca vicina. Il metodo è semplice: l’uomo di fiducia arriva nei punti di rivendita Trony, saluta, prende la borsa con il denaro, esce e porta l’incasso in una vicina banca. Così città per città. Lunedì per esempio, prima che alla Torraccia si scatenasse un incubo sotto forma di proiettili, il furgone Hyundai era già stato a Pescara e poi ad Ancona e via a risalire. E non è detto che i banditi della Giulietta (auto rubata in Puglia e ritrovata poco dopo sempre nella zona della rapina) non lo avessero già seguito in tutti i suoi spostamenti aspettando il momento buono per colpire. 
Monitorato
Movimenti probabilmente monitorati da diverse settimane, studiando comportamenti e abitudini. Una preparazione quella dei malviventi a cui non ha però corrisposto una lucidità d’azione. Lunedì alle 12.25 sono scesi in due dalla Giulietta scura: uno impugnava la mazza con cui tentava di sfondare il lunotto, l’altro aveva la pistola da cui sono partiti i quattro colpi. Che dovevano solo intimorire e non essere esplosi. Ma la reazione ferma della vittima che si è rifiutata di consegnare la borsa con il denaro (e alla fine anche la beffa perchè i banditi hanno preso quella sbagliata) ha spiazzato i rapinatori che hanno perso la testa premendo il grilletto con spari in sequenza.
Causa-effetto

Un causa-effetto che ha lasciato interdetti gli stessi investigatori - le indagini sono affidate alla pm Silvia Cecchi e alla squadra nobile - tanto da far supporre che prima di agire, per tirarsi su, possano aver preso qualche sostanza. Gli accertamenti proseguono ascoltando testimonianze, visionando i video, analizzando quanto trovato all’interno della Giulietta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico