MONDAINO - L’hanno chiamata “La collina degli orrori”. È l’operazione con cui i carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Bologna, con un blitz...
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Tanfo di urina ed escrementi, degenti che vagavano da soli, affamati o che invocavano di morire, sporchissima quanto vuota la cucina in cui è stato ritrovato anche cibo scaduto. In totale 36 pazienti, tra cui diversi malati psichici: al momento del blitz erano assistiti solo da due persone prive di titoli sanitari. Come nel peggiore degli incubi. Molteplici i reati ipotizzati, a vario titolo, dal pubblico ministero Paolo Gengarelli, presente all’operazione: da maltrattamenti fisici e psichici ad abbandono di persone inferme, circonvenzione di incapace, lesioni e percosse, falsità ideologica su certificati e cartelle cliniche, esercizio abusivo della professione sanitaria di infermiere, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, truffa e insolvenza fraudolenta. Disposta la custodia cautelare in carcere della legale rappresentante, Maria Luisa Bulli, 57 anni, prelevata da casa e portata a “La collina” dagli stessi militari per reperire i documenti relativi alla struttura che, da diversi anni, ospitava anche degenti della provincia di Pesaro e Urbino.
L’indagine dei Nas era iniziata lo scorso maggio dopo le denunce dell’Azienda Usl e dell’ex direttore sanitario della struttura. Le cimici dei carabinieri, posizionate all’interno della struttura, hanno fatto il resto. Agli arresti domiciliari il suo primo collaboratore, Riccardo Volfango Bruno, residente a Cesena. Bulli e Bruno, per l’accusa, erano soliti somministrare senza motivo psicofarmaci ai degenti. Tra i quattro obbligati a presentarsi alla polizia giudiziaria ci sono anche il pesarese T.S., 33 anni, e N.K., operatrice socio sanitaria albanese residente ad Urbania, insieme al napoletano A.V, 27 anni e P.S., 48enne residente a Riccione. Ancora indecifrabile il libro paga per capire quale e quanto personale fosse abitualmente impiegato. Complessivamente sono stati impegnati 40 militari, coordinati dal maggiore Umberto Geri dei Nas e dal capitano Marco Califano. A loro si sono affiancati un geriatra, uno psichiatra e una coordinatrice infermieristica
Due degenti sono stati portati all’ospedale di Riccione per accertamenti. Gli altri, nel pomeriggio, sono stati trasferiti in un’altra struttura romagnola. Maria Luisa Bulli ha un precedente ingombrante datato 2001 con una condanna in appello, nel 2010, per analoghi motivi e nella stessa struttura (aperta nel ‘97) a cui poi è stato cambiato il nome. «Una condotta delittuosa che si protrae da anni» si legge nell’ordinanza che, con le indagini andate a ritroso di 18 mesi, rimarca anche l’accusa «di abbandono di incapaci» con un dato brutale: i suoi ospiti, in questo lasso di tempo, erano stati ricoverati 50 volte per cadute. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico