Pesaro, interruttori della luce manomessi, auto danneggiate e insulti: a 83 anni diventa l’incubo dei vicini, a processo per stalking

Pesaro, interruttori della luce manomessi, auto danneggiate e insulti: a 83 anni diventa l’incubo dei vicini, a processo per stalking
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PESARO - Quando i rapporti con la tua vicina di casa ti provocano una tale ansia e disagio che parte la querela per atti persecutori. In questo caso la molestatrice è una signora di 83 anni che a detta della famiglia dirimpettaia fra dispetti e ripicche le avrebbe reso la vita quotidiana impossibile tanto da trasformare le giornate in un incubo, generando non solo stati di inquietudine ma anche una diffusa sensazione di paura. Nel frattempo la denuncia che è stata sporta alle forze ha fatto il suo corso e il giudice ha rinviato a giudizio l’anziana che sarà processata per stalking.

 

Gli episodi

Secondo l’accusa la pensionata avrebbe appunto molestato ripetutamente la famiglia accanto, ingenerando nei componenti della stessa paura e ansia, tali da modificare persino le proprie abitudini di vita. Nel mirino sarebbe finita in particolare la vicina di casa che ha raccontato di essere arrivata a temere per la propria incolumità dopo che era stata accusata ingiustamente di alcune condotte.

Il caso è stato discusso davanti al giudice per l’udienza preliminare e, secondo la querela della dirimpettaia, ci sarebbero stati vari e spiacevoli episodi. In un caso l’anziana avrebbe manomesso l’interruttore della luce delle scale per fare pagare ai vicini delle bollette più alte. Non solo, ma sarebbe anche arrivata a danneggiare i veicoli di proprietà della famiglia. In occasione di alcuni parcheggi poco graditi alla 83enne sarebbero scattati gli insulti nei confronti della dirimpettaia: «Terrona, mafiosa, putt… ». Tra gli episodi anche l’allarme lanciato dalla soffitta con ripetute grida d’aiuto. L’anziana lamentava di essere stata chiusa dentro a chiave dalla vicina. Quel giorno ha iniziato a urlare e le grida avevano attirato l’attenzione di altri condomini che erano accorsi preoccupati per quella richiesta di aiuto. Ma questi, una volta saliti in soffitta, avevano trovato la porta aperta. Tra le condotte reiterate e che sono entrate a far parte della querela anche presunte registrazioni di conversazioni avute con la vicina di casa e il controllo costante delle persone che venivano a trovarla.

Le contestazioni

La vicina, stanca e impaurita della situazione, con il timore di trovarsi l’anziana davanti all’improvviso, alla fine ha presentato querela per atti persecutori. E' partita l’indagine e si è arrivati all’udienza davanti al gup. La pensionata, difesa dall’avvocato Giovanni Orciani, smentisce queste ricostruzioni. Il giudice l’ha rinviata a giudizio, sede in cui proverà a dimostrare la sua innocenza. Dall’altra parte la parte offesa si è costituita parte civile tramite l’avvocato Marco Vitali.

 

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Corriere Adriatico