Pesaro, abbattuto il grande pino di Porta Rimini: «Era pericoloso per i passanti»

Abbattuto il grande pino di Porta Rimini: «Era pericoloso per i passanti»
PESARO - Giù il grande pino troppo vetusto e instabile anche se longevo. L’Aspes ieri ha dovuto abbatterlo: si ergeva nel parcheggio di fronte alla caserma...

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PESARO - Giù il grande pino troppo vetusto e instabile anche se longevo. L’Aspes ieri ha dovuto abbatterlo: si ergeva nel parcheggio di fronte alla caserma dell’esercito, lungo via della Liberazione a pochi metri da Porta Rimini ma in quelle condizioni era troppo pericoloso per automobilisti, ciclisti e passanti. Per cui è stato necessario tagliarlo. Un’operazione lunga e complessa avvenuta nella giornata di ieri con il placet delle associazioni ambientaliste.

 

«Non a cuor leggero - spiega il presidente Aspes, Luca Pieri - Nell’ambito della gestione del verde urbano il gruppo Aspes spa ha eseguito il censimento del patrimonio arboreo del Comune di Pesaro che contra oltre 25mila alberi. Una pratica virtuosa che ha permesso all’azienda di valutare lo stato di salute del patrimonio comunale e rilevare preventivamente eventuali problematiche delle alberature». Tra queste c’era anche il grande pino domestico che presentava grosse criticità.

Le criticità

«Aveva un’alberatura importante e longeva - prosegue - che, proprio in ragione del suo valore naturalistico, è stata costantemente monitorata negli ultimi due anni per studiare l’evoluzione del suo stato di salute e comprendere se fosse possibile conservare l’albero magari con interventi mirati dei tecnici del servizio del verde». Sono state effettuate indagini di stabilità a livello avanzato e con l’ausilio di strumentazione specifica. Purtroppo per questo pino non è stato possibile trovare soluzioni alternative al suo abbattimento in quanto la presenza di un difetto denominato “radice strozzante” ha causato delle malformazioni alla base del fusto che ne compromettono la stabilità. Per questo non potendo percorrere strade alternative la pianta è stata abbattuta. Medesimi studi in questi 24 mesi sono stati effettuati sull’altro pino domestico che sorge nella stessa area e che ha evidenziato ugualmente delle criticità: il quadro per fortuna non è del tutto compromesso e con alcuni interventi specifici di potatura sarà possibile preservare la pianta. «Per noi - prosegue Pieri - tutte le piante, ed in maniera particolare quelle così imponenti e longeve, sono un valore aggiunto in un contesto urbano. Dopo il censimento abbiamo svolto studi approfonditi. Come Aspes poi ci siamo confrontati anche sul campo con gli esperti naturalisti ed ecologi Massimo Pandolfi ed Andrea Fazi, designati da Lipu, Legambiente, Lupus e Wwf che hanno concordato sulla necessità di questo abbattimento poiché la situazione dal punto di vista della stabilità risultava ormai compromessa e occorreva scongiurare il rischio di una caduta garantendo così la pubblica incolumità. Non farlo avrebbe arrecato un grave pregiudizio alla sicurezza di passanti, residenti e automobilisti. In accordo con le associazioni ambientaliste abbiamo acquisito le scelte conservative e a favore del massimo mantenimento del verde urbano sia come quantità che come qualità, nella considerazione che oggi più che mai, a fronte dell’incremento del riscaldamento globale e dell’aumento della bolle di calore urbana, è estremamente necessario in città salvaguardare al massimo il volume del verde di alberi, arbusti e superfici a prato per la riduzione di CO2, dell’inquinamento atmosferico e per la riduzione, con l’ombreggiamento, delle temperature urbane al suolo e nell’aria, diversificando, al contempo, la qualità del verde urbano piantato ed incrementando il valore della biodiversità urbana».In sostituzione della pianta abbattuta Aspes provvederà poi alla messa a dimora di un nuovo pino domestico valutando la messa in opera, nei tornelli ora vuoti di, altri due pini domestici andando così a ricostituire un piccolo filare.

 

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Corriere Adriatico