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SANT’ANGELO IN VADO Si è scomodato anche l’assessore alla sanità Ezio Pia per chiedere alla comunità di non diffondere illazioni relative all’inchiesta che ha portato al sequestro della villetta di via Piobbichese di proprietà del sacerdote Roberto Pellizzari.
La tensione
Un invito che non basta a placare sospetti e disagi tra i vadesi che hanno visto e continuano a parlare di una vicenda coperta da una cappa di silenzio. Don Roberto Pellizzari, 64 anni, nato in Svizzera è il proprietario dello stabile sigillato: 64 anni esercita il suo magistero nella Missione Cattolica Italiana “Le chaux del Fonds” a Le Locle, cittadina di più di 10mila abitanti nel Canton Neuchâtel.
Nel 2020 aveva collaborato con i prelati del Duomo di San Michele Arcangelo per assistere gli anziani genitori, nel frattempo, tornati dalla Svizzera nel paese di origine e nella villetta in vendita da circa un paio d’anni.
«Comunque questo mistero rende noi cittadini sempre più insicuri» taglia corto una signora che non intende fornire le sue generalità. Il primo cittadino vadese Stefano Parri brancola nel buio come si dice di situazioni noir senza spiegazione. «Non ho novità e poi sia chiaro, se ci fosse un’inchiesta non verrebbero certo a parlarne cone me».
L’impatto
A Sant’Angelo in Vado non si parla d’altro e il silenzio degli inquirenti non fa altro che fomentare dicerie e timori. L’indagine comunque è cosa certa, il pubblico ministero Maria Moccheggiani ne è al momento titolare per la parte italiana. Quale sia il reato che ha portato alla perquisizione della casa e quali le evidenze che ne hanno richiesto il sequestro sembra il terzo segreto di Fatima.
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Corriere Adriatico