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Zaki, nel periodo della sua prigionia è stato oggetto di approfondimento e di studio e anche di adozione da parte delle scuole, perché oltre la persona, il discorso dei diritti umani è una tematica su cui le scuole lavorano moltissimo per fare crescere il senso di cittadinanza attiva e responsabilità nelle nuove generazioni».
Dichiarazione congiunta dei docenti
Dai docenti del Marconi, Mamiani Genga, Bramante e Cecchi e le scuole aderenti alla rete #Responsabilità giunge una dichiarazione congiunta: «Per noi docenti che siamo non solo titolari delle nostre discipline, ma anche dell’educazione civica, il fine è educare i ragazzi alla giustizia e alla libertà, in particolare all libertà di espressione. La vicenda di Zaki diventa emblematica della lotta per i principi che hanno ispirato i nostri padri costituenti e ispirano ancora la nostra Costituzione. Da Voltaire in poi, questi principi sono stati riconosciuti in tutte le costituzioni a cominciare da quella americana. Principi non istituti ma semplicemente riconosciuti e che dunque vengono prima delle leggi. Questo è il nostro orizzonte e noi dobbiamo, in quanto insegnanti, lasciare il segno, educare al dialogo e alla riflessione critica. Dobbiamo immergere i nostri ragazzi nel presente, attraverso il confronto, la pluralità delle posizioni e l’esercizio allo spirito critico. Soprattutto per contrastare una arretratezza culturale oggi molto diffusa. Se rinunciassimo a questo, abdicheremmo al nostro ruolo. La presenza di Zaki diventa un momento di riflessione anche sulla morte di Giulio Regeni, un italiano torturato e ucciso nelle stesse carceri dove è stato recluso Zaki».
Corriere Adriatico