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PESARO Secondo aumento consecutivo delle rette in viale Napoli, a distanza di 12 mesi. C’era la grave crisi energetica lo scorso anno, con una maxi bolletta della luce di agosto, schizzata a 22.800 euro da 6.600 euro del 2022, che scottava tra le mani della direzione di viale Napoli. Va da sé che l’incremento delle rette a Casa Padre Damiani era stato tutto sommato tollerato, data la gravità del momento e non essendoci alternative. Così le famiglie hanno ingoiato il boccone amaro.
Interdetti
Ma che anche questo gennaio 2024 si sia aperto con la “sorpresina” di un nuovo rincaro, proprio non è andata giù agli Ads, gli amministratori di sostegno, e ai familiari che fanno da garanti, rimasti a dir poco sbalorditi dal messaggio via e-mail ricevuto con un mese di anticipo da parte dell’ente che gestisce la struttura. Poi il tam-tam si è allargato al resto dei figli (che in questa occasione non hanno ricevuto alcun avviso) e agli stessi anziani, le signore e i nonnini più vispi che sanno ancora farsi i conti in tasca.
«Accidenti che briscola questa volta», «Saremo costretti a tagliare le spese per la parrucchiera», «Dovrò andarmene? Mi basterà la pensione per pagare la retta?».
Le contestazioni sono state messe a tacere dalla direttrice Angela Polselli che è andata al sodo: «In primo luogo, il tasso di rivalutazione definitivo delle pensioni per il 2024 è stato fissato con decreto del Governo al 5,4% e l’aumento della quota è inferiore alla maggiorazione previdenziale. Nel dettaglio l’importo deliberato dal nostro consiglio d’amministrazione è tutt’al più del 3,3% di poco sopra al 50% del tasso d’inflazione registrato nel 2023 (5,7%). Secondo aspetto, da sempre il regolamento di Casa Damiani prevede che “l’ammontare della retta verrà aggiornato dal 1° gennaio di ogni anno su delibera del Cda in base alle variazioni dei costi di gestione”. Quindi tutto nella norma, per garantire i servizi offerti siamo stati costretti a questo ritocco». La direttrice ricorda i che «gli aumenti ci sono stati unicamente nel 2023 e nel 2024, in quanto per gli anni precedenti si era deciso di non intervenire a causa del ridotto tasso d’inflazione. Il regolamento è stato firmato da ogni ospite e dal suo Ads o parente. Tutto questo per assicurare il nostro costante impegno e garantire le migliori cure possibili agli anziani».
Tra la casa di riposo e il nucleo della residenza protetta sono un’ottantina gli ospiti che dimorano in viale Napoli. Per un posto nelle camere, quasi tutte singole e con bagno interno, si pagano da 1.800 euro a oltre 2.000 euro al mese, a seconda dell’autonomia dell’anziano e delle sue necessità di assistenza. Ma dal momento che la maggior parte della “grande famiglia” di Padre Damiani è costretta in carrozzina, un aumento delle rette per due anni di seguito rappresenta un “salasso”.
Quote coperte
Le famiglie coprono una quota pari a circa il 70% delle tariffe nelle case di riposo convenzionate con il servizio pubblico, quindi sarebbe necessario un più consistente intervento della Regione. Dal 1º aprile 2006 la struttura è amministrata dall’associazione San Terenzio, l’ente costituito dagli organi diocesani per la gestione delle Opere sociali. Il Cda lo presiede Francesco Bartolucci e ne fanno parte Elio Macchini, Renato Brualdi, Albino Calcinari e Luigi Coraducci. Gran parte delle prestazioni rivolte all’ospite è appaltata alla cooperativa Archimede.
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