Sospesi laboratorio analisi ambulatori e Tac: «Così si arriva a chiudere l'ospedale​»

L'ospedale di comunità di Fossombrone
FOSSOMBRONE - Sui gravi disservizi dell’ospedale di Fossombrone, intervengono Alfredo Sadori, presidente dell’impresa sociale Art. 32 Onlus e Fabio Gant, presidente...

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FOSSOMBRONE - Sui gravi disservizi dell’ospedale di Fossombrone, intervengono Alfredo Sadori, presidente dell’impresa sociale Art. 32 Onlus e Fabio Gant, presidente della Fondazione Art. 32 onlus.

I rilievi di Sadori e Gant
Per Sadori «la situazione dell’ospedale di Fossombrone è molto grave, credo sia evidente a tutti. Ha avuto origine dalle politiche dell’ultimo decennio, ma ora preoccupano particolarmente le inaccettabili motivazioni addotte per giustificare i disservizi. In particolare la sospensione dei servizi ambulatoriali di cardiologia, ortopedia, Tac con contrasto e laboratorio analisi, per carenza di personale.

 

Non è questione da attribuire a circostanze contingenti, eccezionali. Stiamo parlando di una struttura sanitaria pubblica, vitale per un ampio bacino d’utenza, i cui servizi non possono essere sospesi perché un tecnico di laboratorio è in maternità o per l’emergenza epidemiologica. Sono giustificazioni inammissibili, che denotano però l’assenza di programmazione e di organizzazione indispensabili ad un presidio sanitario, le cui funzionalità ed efficienza devono essere sempre garantite; questa è la strada per la chiusura definitiva».

Alla domanda se a questo punto è meglio il privato, Fabio Gant invita «a non scherzare. Se la struttura di Fossombrone non ha seguito il destino di quelle di Cagli e Sassocorvaro, lo si deve al fatto che la nostra comunità ha saputo articolare, sin dall’aprile 2015, la proposta progettuale di Art. 32 onlus, proposta che la Fondazione ha rafforzato con l’ingresso di ben cinque Comuni nella compagine fondativa. La Regione è stata così messa con le spalle al muro: per affidare l’ospedale ai privati avrebbe dovuto passare sopra al territorio e a cinque Comuni appunto. Non dimentichiamoci da dove siamo partiti: nel 2015 Montefeltro salute srl, partecipata al 51% da una società anonima di San Marino, era già dentro l’ospedale di Fossombrone e ne utilizzava le sale operatorie».

Anche il sindaco di Fossombrone sostiene di aver salvato l’ospedale, ma è stato fuori da quell’iniziativa. «Ha osteggiato il progetto di sperimentazione gestionale della Fondazione e degli altri Comuni, intervenendo ripetutamente presso Asur Marche. Il Comune di Fossombrone, pur avendone la possibilità, si è rifiutato di prendere in carico direttamente la gestione del nostro ospedale e ha ostacolato l’iniziativa. In questo modo ha dato manforte a quella parte di apparato che si è sempre opposta a questa soluzione innovativa preferendo svendere ai privati, come è avvenuto a Cagli e Sassocorvaro. Oggi, purtroppo, raccogliamo i “risultati” di cui discutiamo».

«Ora tutti uniti»


Per uscire da questa situazione d’impasse. Sadori invita «a mettere da parte le contrapposizioni ideologiche per puntare tutti nella stessa direzione, quella del bene comune. L’impresa sociale e la Fondazione Art. 32 Onlus, con il loro know-how e il radicamento al territorio, sono impegnate a collaborare con le istituzioni, a lavorare e a vigilare per migliorare i servizi e, con essi, le condizioni di vita e di salute nelle nostre comunità». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico