Partiti i saldi ma nessuna fila nei negozi: «Sistema da rivedere. Troppe offerte per tutto l'anno»

Via Branca con l'annuncio dei saldi nelle vetrine dei negozi
PESARO - Niente ressa, niente file come eravamo abituati a vedere tanti anni fa: sono iniziati i saldi a Pesaro (il periodo fissato dalla Regione Marche va dal 5 gennaio al primo...

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PESARO - Niente ressa, niente file come eravamo abituati a vedere tanti anni fa: sono iniziati i saldi a Pesaro (il periodo fissato dalla Regione Marche va dal 5 gennaio al primo marzo), ma l’affluenza è ancora minima. Quello che dovrebbe animare la passeggiata in città in un mese un po’ più tranquillo dopo le frenesie degli acquisti natalizi, fa fatica a manifestarsi: complice la pandemia, ma anche le troppe iniziative di sconto effettuate durante l’anno quando ogni occasione è buona, specialmente per lo shopping online, di richiamarsi al black friday di novembre. Insomma l’andamento dell’avvio è lento, senza fretta.

 

 

«Le prime impressioni sono di molta tranquillità, - afferma Alessandro Ligurgo, direttore provinciale Confesercenti - ma speriamo bene. Al di là di tutte le possibili previsioni, io mi sento più che altro di dare dei consigli alla clientela: fidatevi dei nostri negozi perché sono tutti stra-sicuri, non abbiate paura di truffe, soprattutto nei vostri negozi di fiducia. La regola impone che i negozianti debbano indicare anche il prezzo originale di vendita, la percentuale e il prezzo scontato. La differenza con l’online è quella di poter avere la merce sottomano, poterla toccare e provare, sicuramente un motivo in più per scegliere un negozio». 

Nessuna panacea
Ma i saldi non sono affatto la panacea di tutti i mali, come osserva Davide Ippaso, segretario Confcommercio di Pesaro: «Il problema Covid sta modificando completamente le nostre vite: io mi auguro che vadano bene, perché servono agli operatori per alzare la testa dopo due anni di pandemia, ma i saldi non sono in grado di risolvere i problemi». Secondo Ippaso infatti, «il saldo ha perso molto della sua funzione negli anni, dopo la libera circolazione delle vendite promozionali, fatte in qualsiasi momento, a partire dai vari black friday. Un uso e abuso di vendite promozionali ha creato confusione, soprattutto quando i saldi arrivano a nemmeno 20 giorni dall’inizio della stagione invernale. Molti clienti chiedono già a dicembre lo sconto e la non vendita della merce a prezzo pieno, come pensiamo possa aiutare un settore già in ginocchio che deve rientrare nei costi di gestione, di tasse e contributi?».

La fidelizzazione del cliente


Attualmente, il negoziante ha imparato a premiare di più il cliente, in un rapporto di fidelizzazione con chi gli ha dato fiducia durante l’anno: «ormai esistono vendite promozionali tutto l’anno, o per un motivo o per l’altro, senza considerare la concorrenza sleale con internet: se Amazon pagasse le stesse tasse dei negozianti non avrebbe sicuramente quei prezzi». Ma Ippaso sottolinea anche una recente brutta abitudine: «Alcuni vanno nei negozi a provare i capi per poi acquistarli su internet e la trovo una grande mancanza di rispetto. Personalmente amo dare i soldi a chi conosco, a chi so che mi garantisce la qualità: preferisco premiare chi, con il proprio sorriso e professionalità, è in grado di consigliarmi. E questa abitudine non ho nessuna intenzione di perderla». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico