MONTECOPIOLO - Prima hanno osservato l’area con un elicottero, poi hanno verificato la sua presenza, infine con un blitz da film sono entrati in azione con 12 militari in...
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L’uomo viveva in una bifamiliare, tra i boschi di Santa Rita a Villagrande di Montecopiolo, di proprietà di un insospettabile connazionale di 49 anni. L’arresto è stato effettuato dai carabinieri della Compagnia di Novafeltria, diretta dal capitano Carmelo Carraffa. L’indagine, certosina, in collaborazione con i colleghi di Urbino, ha portato alla scoperta del nascondiglio dell’uomo.
Mercoledì i carabinieri sono entrati in azione con dodici militari, attendendo che il 49enne padrone di casa uscisse per recarsi al lavoro. Il 35enne è stato bloccato mentre stava ancora dormendo. Nell’armadio della sua camera sono state trovate tre confezioni di cellophane con 26 grammi di cocaina, un bilancino di precisione, una carta di identità e una patente di guida false, emesse dall’autorità greca, con le fotografie dell’uomo ma con altre generalità. Il 35enne, che è stato anche arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per possesso di documenti falsi, validi per l’espatrio, è stato portato al carcere Villa Fastiggi di Pesaro. Nei guai è finito anche il connazionale che lo ospitava, un uomo - denunciato - definito insospettabile e che lavora nella zona. Le ipotesi di reato, per quest’ultimo, sono il favoreggiamento personale e la detenzione abusiva di munizionamento. All’interno della stessa abitazione è stata infatti trovata una cartuccia da fucile illegalmente detenuta.
Marijuana, l’inchiesta nel 2015
L’operazione Free Flight era iniziata nel 2015 grazie ai carabinieri della Compagnia di Riccione. Nell’inchiesta, dopo la scoperta di alcune piantagioni di marijuana riconducibili a due famiglie albanesi, erano finiti 14 stranieri. Ad Ostuni, nell’agosto del 2015, i carabinieri avevano poi intercettato un velivolo con un carico di 128 chili di marijuana facendo così scattare una ulteriore indagine della Dda di Bologna. Dopo due ricorsi della Distrettuale, la Cassazione nell’aprile del 2018 aveva accolto le richieste dell’Antimafia. Erano state così state eseguite 5 misure di custodia cautelare in carcere, 1 obbligo di dimora e 1 presentazione alla polizia Giduiziaria. L’arresto di mercoledì è un tassello di questo quadro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico