Urbino, muore a 80 anni e dona il fegato a una giovane anconetana

L'ospedale di Urbino
URBINO - La generosità nel dolore. Una paziente di 80 anni, residente ad Urbino, era stata ricoverata l’8 ottobre scorso per l’insorgenza di una gravissima...

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URBINO - La generosità nel dolore. Una paziente di 80 anni, residente ad Urbino, era stata ricoverata l’8 ottobre scorso per l’insorgenza di una gravissima emorragia cerebrale, non trattabile neppure con un intervento chirurgico in emergenza. E’ stata ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Urbino. Le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate e fino ad arrivare alla morte cerebrale con gli accertamenti di legge effettuati da un Collegio medico nominato dalla Direzione medica, composto da un medico Rianimatore dell’ospedale di Urbino un medico della Direzione Medica e un neurologo proveniente dall’Azienda ospedaliera Marche Nord. I familiari hanno subito acconsentito alla donazione degli organi, considerando la generosità in vita della loro cara e facendosi quindi intrerpreti della sua volontà. Il prelievo è iniziato nel pomeriggio del 10 ottobre e si è protratto fino alla serata. fegato e cornee sono stati prelevati da un equipe del Centro Trapianti di Ancona. Il fegato è stato trapiantato ad Ancona ad un giovane paziente. Le cornee, prelevate dall’oculista dell’ospedale di Urbino, sono state inviate alla Banca degli Occhi di Fabriano che le assegnerà ai centri oculistici regionali. 


Il personale sanitario che ha effettuato le procedure di prelievo ringrazia sentitamente la famiglia della donatrice per il gesto grazie al quale pazienti affetti da gravi patologie potranno avere una nuova speranze di vita. E’ questo il quinto prelievo di organi, oltre a un prelievo di tessuti, dall’inizio dell’anno per l’ospedale di Urbino. «Questo è segno del grande senso civico e dell’altruismo della nostra pololazione - spiega il dottor Paolo Brancaleoni, responsabile dell’anestesia e rianimazion, nonché coordinatore locale prelievo organi e tessuti - ma anche dell’impegno e della motivazione dei sanitari nelle fasi del mantenimento del donatore in rianimazione, dell’accertamento dell’idoneità degli organi e delle fasi di prelievo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico