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PESARO La corona di fiori in onore dei caduti distrutta al parco della Resistenza. A maggio il processo contro il presunto responsabile, il Comune non si costituisce parte civile, ma attenderà gli esiti del procedimento penale prima di rivalersi eventualmente. Il 2 giugno 2020, giorno della festa della Repubblica, fu deposta una corona in memoria dei caduti al monumento della Resistenza. Ma il giorno dopo qualcuno l’aveva distrutta lasciando a terra foglie e petali di fiori.
Sono scattate le indagini e grazie anche alle immagini di videosorveglianza si è risaliti al resposabile B.
Il Comune precisa: «Pur essendo il reato di per sé grave, dal punto di vista strettamente economico il costo del bene distrutto è esiguo, tale è quindi il danno effettivamente subito dal Comune di Pesaro». L’Ente precisa che «un’eventuale costituzione dell’Ente come parte civile sarebbe diretta esclusivamente a richiedere il risarcimento dei danni subiti dallo steso Ente a seguito della condotta dell’imputato».
In sede civile
Rilevato che il codice di procedura penale «prevede la costituzione di parte civile nel processo penale solo come possibilità e non come obbligo, essendo sempre concessa la facoltà di promuovere successivamente in sede civile l’azione per il risarcimento del danno; in tale fase pare opportuno esercitare il potere discrezionale di rinviare ogni decisione all’esito del procedimento penale; dalla mancata costituzione del Comune di Pesaro come parte civile in sede penale non deriva alcun pregiudizio agli interessi dell’Ente pubblico, in considerazione della facoltà appena citata».
Durante la fase dibattimentale si chiariranno i motivi del gesto. Il sindaco Ricci aveva dichiarato durante il ripristino della corona. «Purtroppo i germi dell’intolleranza e del neofascismo sono ancora presenti in una parte della società. Noi non ci volteremo mai dall’altra parte».
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Corriere Adriatico