Pesaro, il procuratore Palumbo «Il clan albanese quinta mafia»

Il carico di droga sequestrato alla foce del Metauro
PESARO - «Il clan degli albanesi in Italia è la quinta mafia. E non lo dico da oggi». Chi conosce il procuratore capo Manfredi Palumbo lo sa. C’era ancora...

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PESARO - «Il clan degli albanesi in Italia è la quinta mafia. E non lo dico da oggi». Chi conosce il procuratore capo Manfredi Palumbo lo sa. C’era ancora la Pretura a Pesaro quando lui lanciava, tra i primi, l’allarme sul pericolo che veniva da oltre Adriatico. «Era il 1998 - spiega - 18 anni, fa. Me lo ricordo bene». Erano i tempi dei primi sbarchi sulle coste, degli intrecci legati al racket della prostituzione e dello spaccio, di sottoboschi territoriali malavitosi da conquistare imponendo la legge del terrore. Il maxi sequestro avvenuto alla foce del fiume Metauro, con il traffico di droga da record stoppato a ridosso del Ferragosto, segna un punto di svolta a favore della Procura e della polizia di Stato. «Il mio plauso è quello di tutta la città va, ancora una volta, alla Procura e alla Polizia di Stato del questore Lauriola per la brillante operazione antidroga condotta nei giorni scorsi - interviene Matteo Ricci, sindaco di Pesaro .

Siamo di fronte a nuove forme di criminalità organizzata, per questo, non dobbiamo abbassare la guardia. La compattezza sociale, la coesione e la collaborazione con le Forze dell’ordine devono continuare ad essere un tratto distintivo del nostro comportamento quotidiano per generare gli anticorpi necessari a sconfiggere la criminalità».


Carezze e frustate, invece, da Antonio Baldelli presidente provinciale di Fratelli d'Italia: «Il mio ringraziamento va a carabinieri e polizia, per la loro costante e proficua opera di prevenzione e repressione dei reati, e al Procuratore capo Manfredi Palumbo che, con gli altri magistrati della Procura, ha sempre mantenuto alto il livello d'attenzione nonostante il carico di lavoro. In un periodo in cui la criminalità sembra avere la meglio sui cittadini onesti con case e attività commerciali quotidianamente prese d'assalto dai banditi ad ogni ora del giorno e della notte, infiltrazioni della criminalità organizzata, esplosioni di bancomat e postamat, truffe a persone anziane e sole, riponiamo ormai la nostra fiducia e le nostre speranze solo verso carabinieri, polizia e verso le altre forze dell'Ordine, unico baluardo rimasto ancora a garantire legalità e sicurezza nella nostra Nazione... assistiamo a un governo inetto che ha di recente approvato un pacchetto di leggi, tra cui la depenalizzazione di numerosi reati, per mandare impuniti i criminali e che di fatto ha abbandonato a loro stesse le Forze dell'Ordine, a volte costrette a lasciare nel parcheggio pantere e gazzelle per mancanza di benzina, in carenza cronica d'organico e con difficoltà a reperire persino carta e toner per stampare gli atti d'ufficio». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico