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PESARO Due ordini di custodia cautelare, un 53enne e un 38enne finiscono in carcere. Motivi profondamente diversi e reati differenti, ma la giustizia ha fatto il suo corso e l’epilogo è identico per estrambi. Il primo caso riguarda un 53enne di Tavullia che è stato accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni.
Un rapporto di prevaricazione che andava avanti da tempo ma che la moglie non aveva il coraggio di denunciare alle forze dell’ordine. Soltanto dopo l’ultimo episodio di violenza, insulti e litigi la signora ha trovato la forza di dire tutto ai carabinieri. Sono scattate le indagini che hanno permesso di ricostruire anni di vessazioni e prevaricazioni. Botte e ingiurie tali da far scattare nella signora uno stato d’ansia e prostrazione.
Così i carabinieri sono riusciti a mettere in fila una serie di prove, tali da convincere il giudice a emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. L’uomo, disoccupato e dipendente dal reddito della moglie, è stato trasferito nel carcere di Villa Fastiggi. Tutt’altro caso quello di un 38enne cameriere, sempre di di Tavullia, ora disoccupato. A settembre era stato arrestato dai carabinieri, ma ora la condanna è diventata definitiva ed è stato trasferito in carcere. Aveva coltivato ben 105 piante di marijuana ed era stato trovato con 3 kg di sostanza già confezionata in barattoli a casa. Tutto organizzato nei minimi dettagli. Le piante di pomodori, la rete scura per nascondere quello che c’era al centro del campo. Una bella piantagione di marijuana. Una sera di settembre i militari hanno seguito le sue mosse in Strada per Montecchio dove l’uomo ha un campo a lui intestato. E qui sono scattate le manette. Un campo molto curato, con un impianto di irrigazione e ben nascosto. Il 38enne tagliava regolarmente evitando che si sviluppassero verso l’alto così da tenere alla larga occhi indiscreti. I carabinieri hanno trovato in casa decine di barattoli dove era custodita la sostanza. Diversi tipi di infiorescenze. In totale sono stati trovati 3 kg di droga già confezionati, il bilancino di precisione e 10 grammi di hashish che l’uomo estraeva direttamente dalle piante.
Aveva persino una centrifuga capace di raccogliere la resina della marijuana, sostanza che una volta compattata in pezzetti era hashish.
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Corriere Adriatico