Marche Multiservizi verso la fusione con Aset, l'istanza di aggregazione inviata ai soci. Ecco lo studio di Hera del settembre 2019

Lo studio di Hera sulla fusione datato Bologna, settembre 2019 e l’ad di Mms Mauro Tiviroli
FANO - La proposta di fusione adesso c’è. Marche Multiservizi l’ha formalizzata ieri ai sindaci di Fano e degli altri 13 Comuni di minoranza di Aset e...

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FANO - La proposta di fusione adesso c’è. Marche Multiservizi l’ha formalizzata ieri ai sindaci di Fano e degli altri 13 Comuni di minoranza di Aset e contestualmente ai soci della stessa azienda pesarese. Nello stesso tempo spunta lo studio riservato per l’aggregazione tra Aset e Mms elaborato dal gruppo Hera nel 2019 e oggetto di una trattativa tenuta segreta per oltre due anni.

 
La lettera protocollata
Ieri mattina all’ufficio protocollo dei Comuni di Fano, Cantiano, Cartoceto, Colli al Metauro, Fossombrone, Isola del Piano, Mondavio, Mondolfo, Monte Porzio, Montefelcino, Pergola, Sant’Ippolito, San Costanzo e Terre Roveresche è pervenuta la proposta di aggregazione tra le due principali aziende dei servizi pubblici locali della provincia pesarese deliberata dal consiglio di amministrazione di Marche Multiservizi e firmata dall’amministratore delegato Mauro Tiviroli e dal presidente Daniele Tagliolini. Un’iniziativa indotta dagli sviluppi della vicenda del biodigestore, con la strategia di una parte dell’amministrazione comunale di Fano (assessore Mascarin, consiglieri di parte del Pd, sinistra e opposizioni di centrodestra e del M5s) di individuare tra le 4 proposte industriali arrivate in risposta all’avviso pubblico del Comune il partner strategico con cui partecipare alle prossime gare provinciali dei servizi, quindi in competizione con Mms. 


La finalità dell’aggregazione è “realizzare sinergie ed economie di scala” nella gestione dei servizi regolati, ovvero distribuzione del gas (dopo la scadenza a fine 2023 dell’attuale affidamento ad Aes, società di scopo tra Aset ed Estra), servizio idrico integrato e gestione integrata dei rifiuti, con l’aggiunta dell’illuminazione pubblica. Resterebbero ad Aset le altre attività come farmacie, sosta a pagamento, illuminazione votiva e le partecipazioni in Adriacom Cremazioni e Prometeo. Marche Multiservizi garantisce “il mantenimento degli attuali flussi finanziari al Comune di Fano” e sottolinea che “tutte le valutazioni sono state fatte con l’obiettivo di migliorare le infrastrutture, la qualità e la quantità dei servizi erogati, oggetto peraltro di regolazione, al fine di rendere sempre più competitivo il territorio della nostra provincia, quindi le imprese e la collettività che vi risiede”.


Dossier noto a più d’uno
Allo stesso tempo spunta la prova di una trattativa segreta. C’è un dossier, datato Bologna, settembre 2019 (pochi mesi dopo le ultime elezioni amministrative), sullo scenario dell’aggregazione che indica gli step, con due opzioni di procedura tra cui scegliere, e le cifre più rilevanti. Nel frontespizio figura l’intestazione del gruppo a cui appartiene Marche Multiservizi, dalla partecipazione del partner industriale quotato in borsa, che detiene il 46% delle azioni, in cui entrerebbe anche Aset. Questo studio è certamente nella disponibilità di qualche amministratore comunale fanese, anche se non è mai stato depositato agli atti del Comune, e sarebbe stato oggetto di analisi e confronti tanto che ne sarebbe un approfondimento la documentazione che Tiviroli e Delle Noci avevano con sé in occasione dell’incontro nel Municipio di Fano dell’ottobre 2020 (rivelato da Mascarin in commissione di controllo) e che non poterono mostrare perché fu opposta loro l’obiezione secondo cui sindaco e assessori non avevano un mandato del consiglio comunale a discutere di fusione.


Individuate tre fasi


Tre le fasi dell’operazione indicate in tale studio. Primo step: Aset integra in Marche Multiservizi il ramo di azienda con le attività interessate; i soci ricevono un dividendo straordinario di 10 milioni di euro (si sottolinea che deve essere verificata la possibilità di distribuire le riserve di capitale di Aset) e azioni di Mms; due gli iter opzionabili: scissione ramo di azienda e incorporazione in Mms o scorporo di ramo di azienda e fusione in Mms, di ciascuno sono indicati pro e contro. Secondo step: i soci pubblici liquidano azioni di Mms, acquistate dalla società, per un controvalore massimo di 15 milioni di euro, si ipotizza la metà dei Comuni ex Aset. Terzo step: Hera acquista queste azioni per tornare a una partecipazione in Mms intorno al 45% con il 55% dei soci pubblici. I Comuni ex Aset riceverebbero circa 17,5 milioni di euro, di cui 14,5 al Comune di Fano (in caso di insuccesso nella gara del gas si stima che per le reti il Comune percepirebbe 15 milioni). Fano avrebbe il 12% delle azioni di Mms, gli altri 13 Comuni meno dello 0,4%, Pesaro il 20%. Fano percepirebbe un dividendo annuo maggiore di 1,4 milioni (quindi confrontabile con quello incassato ora da Aset) e avrebbe la presidenza di Mms a rotazione con Pesaro. L’amministrazione resterebbe saldamente a Hera secondo i patti parasociali con il Comune di Pesaro. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico