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PESARO «Prestazioni fino a 60 giorni garantite a 9 cittadini su 10 e tutte eseguite in provincia - afferma l’assessore regionale alla salute Filippo Saltamartini -. Problemi risolti sulle liste d’attesa? No, ma siamo tra le regioni più performanti. Chiunque telefoni al Cup, verrà richiamato, è una direttiva obbligatoria».
Era l’antivigilia di Natale dell’anno scorso, quando Saltamartini, in visita all’ospedale San Salvatore per presentare la nuova Tac rivoluzionaria al reparto di diagnostica per immagini, lanciava una sfida sulle liste d’attesa: frenare la mobilità passiva verso Nord e portare i riminesi a curarsi negli ospedali del territorio pesarese. Pochi giorni dopo, l’addio di Marche Nord e dell’Area vasta 1 dell’Asur, inglobate nell’Ast 1, con la riforma sanitaria e l’avvio del nuovo sistema di Cup provinciale.
L’odissea di un paziente oncologico
Quest’estate il Corriere Adriatico aveva raccontato l’odissea di un paziente oncologico che si era sentito rispondere dal Cup di rivolgersi al privato perché non c’erano posti disponibili per fare ecografie.
I dati
E ieri a Pesaro, a margine della conferenza stampa sul bando di progettazione del nuovo ospedale di Muraglia, Saltamartini ha snocciolato gli ultimi dati sulle liste d’attesa: «La riforma che è stata fatta, entrata in vigore a gennaio, che ha sostituito l’azienda unica regionale con l’azienda territoriale, fa si che abbiamo un monitoraggio giornaliero delle prestazioni. Mercoledì c’è stata una riunione con tutti i dirigenti, dalla quale è emerso che le prestazioni a dieci giorni nella nostra regione sono garantite nel 96% dei casi e a 60 giorni nel 92% dei casi. Questo significa che 4 cittadini su 100 sui 10 giorni e 8 cittadini su 100 sui 60 giorni hanno dovuto ricorrere a prestazioni a pagamento. Ma siamo una delle regioni più performanti e i dati sono inequivocabili. Il sistema sanitario eroga alla Regione Marche 11 milioni di euro in più di finanziamento perché siamo tra le cinque regioni benchmark. Questo è un dato ormai oggettivo. Leggo ogni tanto sui social di persone che chiamano il Cup e non ottengono la prestazione, qualcuno scrive chiedendo a Saltamartini se i problemi sono risolti. No, non sono risolti ma ci lavoriamo».
«Un’inversione rispetto al passato»
«Abbiamo fatto un’inversione importante rispetto al passato - puntualizza Saltamartini -. Prima il Cup rispondeva “chiamate domani o dopodomani”, e la prestazione di un cittadino di Urbino si eseguiva magari a San Benedetto, a Macerata. Oggi la prestazione deve essere eseguita nella provincia. E l’utente ha il diritto di essere richiamato. La fusione tra Marche Nord e la ex Area Vasta 1 a Pesaro ha portato molti vantaggi. E grazie alle borse di studio da noi aumentate arriveranno anche i medici con i concorsi».
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Corriere Adriatico