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FANO - Gli ospedali in sofferenza, con centinaia di morti per il Covid-19 ogni giorno. Una situazione economica gravissima, con tante aziende che hanno gettato la spugna e altrettante a rischio di chiusura. Le incognite sulla riapertura delle scuole - tema centrale per la ripartenza - e la lentezza della campagna di vaccinazione. Sono questi gli elementi del quadro fosco da cui il sindaco di Fano, Massimo Seri, muove per lanciare al Parlamento un appello accorato e, al tempo stesso, sdegnato contro quanti proprio ora si perdono in giochi sterili di Palazzo (la crisi di governo provocata da Renzi) e contro quelli che proprio ora soffiano sul fuoco fomentando l’esasperazione degli operatori economici e dei cittadini (la disobbedienza alle norme anti Covid organizzata da Carriera).
Ritrovare il senso di comunità
Il sindaco Seri intravede chiaramente i rischi di un Paese sull’orlo del baratro per la pandemia e affida a una lettera aperta le sue preoccupazioni per l’immobilismo istituzionale e per la perdita dell’unità politica e del senso di comunità (le vicende americane di Capitol Hill dovrebbero costituire per tutti un sinistro monito). Offrendo nell’emergenza la determinazione e il coraggio dei sindaci, che sono i primi sensori istituzionali della crisi e delle esigenze del Paese reale e perciò dovrebbero costituire il valore aggiunto dello straordinario sforzo per la ripresa del Paese attraverso i 310 miliardi di euro del Recovery plan, che necessitano di progetti strategici e di una visione innovativa di futuro.
«E’ tempo di agire.
«Occorre costruire ponti»
In gioco c’è il futuro del Paese e sul tavolo si trovano straordinarie risorse di fonte europea per ripartire dopo l’emergenza che non possono essere sprecate affinché la crisi non diventi sistemica. «L’obiettivo comune in questo momento è interrompere l’isolamento - scandisce il sindaco di Fano -. E i ponti hanno lo scopo di unire l’Italia, di ascoltare i problemi che opprimono i più fragili, di conoscere le difficoltà che stanno bloccando gli imprenditori, di frenare insieme l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Per essere efficaci serve ragionare come una comunità. E la nostra comunità ha il dovere di essere difesa. E chi meglio di un sindaco può riuscirci? Noi sindaci conosciamo i punti di forza e le debolezze delle nostre comunità, viviamo quotidianamente il fronte e sappiamo quello di cui le nostre città hanno bisogno. Essendo in prima linea questa emergenza gigantesca, vogliamo essere ascoltati e supportati».
Un pericoloso controsenso
Seri stigmatizza un pericoloso controsenso: «Da un lato si chiedono giustamente sacrifici e dall’altro ci si perde dentro manovre di Palazzo, sterili e inopportune. Temo che qualcuno abbia perso di vista il dramma che sta falciando i territori». E pensando alla ribellione dei ristoratori incoraggiata addirittura dall’ex ministro dell’interno Salvini, il sindaco di Fano aggiunge: «C’è chi gioca con il fuoco». «L’unità - proclama - si rafforza grazie ad un profondo senso di responsabilità che dobbiamo anteporre alle speculazioni individuali, seminando il nostro bene comune». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico