Il sindaco Seri intravede chiaramente i rischi di un Paese sull’orlo del baratro per la pandemia e affida a una lettera aperta le sue preoccupazioni per l’immobilismo istituzionale e per la perdita dell’unità politica e del senso di comunità (le vicende americane di Capitol Hill dovrebbero costituire per tutti un sinistro monito). Offrendo nell’emergenza la determinazione e il coraggio dei sindaci, che sono i primi sensori istituzionali della crisi e delle esigenze del Paese reale e perciò dovrebbero costituire il valore aggiunto dello straordinario sforzo per la ripresa del Paese attraverso i 310 miliardi di euro del Recovery plan, che necessitano di progetti strategici e di una visione innovativa di futuro.
In gioco c’è il futuro del Paese e sul tavolo si trovano straordinarie risorse di fonte europea per ripartire dopo l’emergenza che non possono essere sprecate affinché la crisi non diventi sistemica. «L’obiettivo comune in questo momento è interrompere l’isolamento - scandisce il sindaco di Fano -. E i ponti hanno lo scopo di unire l’Italia, di ascoltare i problemi che opprimono i più fragili, di conoscere le difficoltà che stanno bloccando gli imprenditori, di frenare insieme l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Per essere efficaci serve ragionare come una comunità. E la nostra comunità ha il dovere di essere difesa. E chi meglio di un sindaco può riuscirci? Noi sindaci conosciamo i punti di forza e le debolezze delle nostre comunità, viviamo quotidianamente il fronte e sappiamo quello di cui le nostre città hanno bisogno. Essendo in prima linea questa emergenza gigantesca, vogliamo essere ascoltati e supportati».
Seri stigmatizza un pericoloso controsenso: «Da un lato si chiedono giustamente sacrifici e dall’altro ci si perde dentro manovre di Palazzo, sterili e inopportune. Temo che qualcuno abbia perso di vista il dramma che sta falciando i territori». E pensando alla ribellione dei ristoratori incoraggiata addirittura dall’ex ministro dell’interno Salvini, il sindaco di Fano aggiunge: «C’è chi gioca con il fuoco». «L’unità - proclama - si rafforza grazie ad un profondo senso di responsabilità che dobbiamo anteporre alle speculazioni individuali, seminando il nostro bene comune».