FANO - Intervento chirurgico con il paziente sotto anestesia bloccato perché non c’è il farmaco: la confezione era vuota. E' accaduto martedì scorso all'ospedale...
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In sala operatoria, con l'equipe pronta a operare, si trovava un paziente affetto da una rara patologia, la disfonia spasmodica che produce l'incapacità di parlare. Per salvare la situazione è stata attivata la procedura d'emergenza, attraverso il servizio farmacia dell'azienda ospedaliera Marche Nord, al fine di reperire un farmaco sostitutivo. Ma il prodotto giunto da Pesaro con un'ambulanza del 118 non è stato ritenuto adeguato dal personale medico.
Così il paziente, che il personale ha cercato di tranquillizzare perché sedato localmente, è stato riportato in camera, tenuto in osservazione una notte e poi mandato a casa con l'invito a ripassare quando sarà pervenuto il farmaco giusto da parte dell'azienda produttrice.
Il primario Giuseppe Migliori difende la correttezza delle procedure attivate. "Ciò che è accaduto non è responsabilità nostra - afferma -. Si è trattato di un difetto di produzione del farmaco, perché la confezione sigillata l'abbiamo aperta in sala operatoria scoprendo che era vuota".
Era programmata una seduta di terapia chirurgica, che consiste nell'iniettare nei muscoli delle corde vocali soggetti a spasmi la tossina botulinica, al fine di distendere le corde stesse e consentire al paziente l'articolazione della voce. Un intervento già eseguito una volta su quel paziente al Santa Croce, dopo la diagnosi della malattia fatta dal primario, e che deve essere rinnovato ogni 6/8 mesi.
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