Pesaro, il tronco cede e la quercia lo schiaccia. Indagini sull'infortunio sul San Bartolo costato la vita a Mario Zaffini

Pesaro, il tronco cede e la quercia lo schiaccia. Indagini sull'infortunio sul San Bartolo
PESARO Muore schiacciato da un grosso tronco di quercia, che stava potando. Tragico incidente nella tarda mattinata di ieri in un terreno di proprietà lungo un sentiero...

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PESARO Muore schiacciato da un grosso tronco di quercia, che stava potando. Tragico incidente nella tarda mattinata di ieri in un terreno di proprietà lungo un sentiero sterrato sulla Panoramica San Bartolo che arriva nel tratto terminale di Baia Flaminia, in prossimità della ex casa dell’Ente parco. La vittima è un 58enne, Mario Zaffini. Per estrarlo e liberarlo dal peso dell’albero, la squadra di vigili del fuoco ha impiegato quasi due ore. Un intervento di soccorso complesso tanto di richiedere attrezzatura specifica, ma per l’uomo purtroppo non c’è stato nulla da fare.

 

Per estrarre il corpo, spiegano i vigili del fuoco, è stata necessaria l’autogru e dei cuscini speciali, Vetter, dispositivi questi utilizzati proprio per il sollevamento. Erano le 11,30 quando i vigili del fuoco sono stati allertati da un passante, residente vicino al ristorante Il Falco. Da qualche giorno pare che Zaffini lavorasse nella zona e alcuni ne avevano notato l’auto posteggiata. Erano stati segnalati dei rami pericolanti probabilmente anche a causa del maltempo dei giorni scorsi e probabilmente lo stesso albero non era più sicuro. Sul posto anche il 118 con personale medico. L’area è stata posta in sicurezza.

La dinamica al vaglio

Come sia potuto accadere saranno le indagini dei carabinieri a stabilirlo, così come si dovrà verificare per conto di quale privato lavorasse e se ci fossero tutte le autorizzazioni, i dispositivi e le attrezzature necessarie e di protezione. La normativa: si ricorda infatti che per tagliare un albero d’alto fusto nel proprio giardino privato, soprattutto se di una specie protetta come sono le querce, servono permessi e autorizzazioni o ci si deve rivolgere ai vigili del fuoco, muniti di autoscala e attrezzature, soprattutto se la pianta è causa di pericolo per la pubblica incolumità e quella altrui. Bisogna anche rivolgersi all’ufficio ambientale del Comune, rispettare i tempi di attesa e se entro 30 giorni dalla richiesta, l’ufficio non dà risposta, è da considerare valida la regola del silenzio-assenso e quindi procedere all’abbattimento. Adempimenti e verifiche che ora saranno gli inquirenti ad accertare.

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Corriere Adriatico