FANO - "Cambiare l'Italia si sta rivelando più difficile del previsto, soprattutto come ministro per le infrastrutture". Lo ha detto oggi il ministro Graziano Delrio al...
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L'incontro pubblico molto partecipato si è svolto al Chiostro delle Benedettine. Sollecitato dalle domande del giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Salvia, il ministro per le infrastrutture ha presentato le sue idee per migliorare il Paese attraverso il saggio "Cambiando l'Italia".
L'esordio dell'incontro è stato dedicato al suo lavoro al ministero, definito più "complicato di quanto si aspettasse". "Il sistema funziona non bene - ha affermato Delrio -, è troppo difficile fare infrastrutture in Italia e nei tempi giusti, per anni il denaro pubblico è stato considerato di nessuno. Questa situazione è stata aggravata da emergenze, come viadotti crollati ed incendi".
Di fronte alle difficoltà, il Ministro ha inneggiato al cambiamento, visto come la forza di assumere l'iniziativa e che comporta che il politico sappia interagire con i cittadini e occuparsi di migliorare la loro vita.
Parte della discussione è stata dedicata alla riforma della scuola: "Questa riforma ha dei pilastri molto importanti - ha spiegato Delrio - abbiamo trovato una scuola impoverita di risorse e noi abbiamo intenzione di investire molto denaro, siamo disponibili a finanziare oltre 3 miliardi l'anno per superare la precarietà, collegare l'offerta formativa con il mondo del lavoro, applicare l'autonomia scolastica e formare gli insegnanti".
Sul palco si sono confrontati con il ministro gli assessori Stefano Marchegiani per Fano e Antonello Delle Noci per Pesaro, unico il tema: quello delle difficoltà sempre maggiori del potere decentrato.
L'incontro si è concluso con una domanda a Delrio su una sua possibile candidatura a presidente del Consiglio, eventualità che l'interessato ha negato perché "il Paese ha un premier migliore di me".
Passaggi poi ha ospitato la presentazione del libro di Fausto Bertinotti "Colpita al cuore", che si basa sull'assunto provocatorio "l'Italia non è una Repubblica fondata sul lavoro". Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico