Frontone, ambientalisti contro l'impianto per la neve artificiale: «Con i cambiamenti climatici è impensabile sciare sul Catria»

Frontone, ambientalisti contro l'impianto per la neve artificiale: «Con i cambiamenti climatici è impensabile sciare sul Catria»
FRONTONE - L’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane, formata da Club Alpino Italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Lac, Legambiente, Lupus in...

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FRONTONE - L’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane, formata da Club Alpino Italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Lac, Legambiente, Lupus in Fabula, Salviamo il Paesaggio e Wwf, contesta i lavori per l’impianto di innevamento artificiale sul massiccio del Catria.

 

«Chiedevamo già un anno fa - affermano le associazioni -, dopo gli eventi alluvionali che hanno interessato l’area, che i fondi destinati alla costruzione dell’invaso di innevamento artificiale a 1.400 metri di quota per le piste da sci del monte Acuto sul monte Catria, fossero revocati ed impiegati per riparare i danni che hanno interessato il territorio circostante». 

La preoccupazione

Ma «la Regione Marche, con decreto del dirigente responsabile, ha approvato recentemente il nulla osta ai fini idrogeologici, richiesto dal comune di Frontone, per modifiche progettuali per i contestati lavori di predisposizione dell’impianto di innevamento artificiale lungo le piste da sci». Le associazioni sottolineano che «il progetto si prefigge di bypassare gli effetti del cambiamento climatico, creando neve artificialmente anziché arrendersi all’evidenza che non ha senso realizzare piste da sci a bassa quota nelle Marche andando a sottrarre la preziosa acqua delle sorgenti all’uso umano ed all’attività zootecnica».

La preoccupazione


Prevale la preoccupazione «perché si va incontro ad un’ulteriore spesa di un altro milione di euro che verrà sprecata per favorire attività sciistiche che in quella area non hanno più le condizioni climatiche per resistere, ed il tutto per gli interessi economici di pochi». Un fatto è assodato: «Il cambiamento climatico è accertato, e siamo già nella fase dell’emergenza climatica; ce ne accorgiamo quotidianamente leggendo segnali sempre più preoccupanti. Insieme alla estremizzazione dei fenomeni atmosferici, siccità e aumento delle temperature sono i fattori più determinanti, lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento della temperatura dei mari sono tra gli effetti più preoccupanti, la riduzione dei livelli delle portate dei fiumi e di quella degli invasi idropotabili tra le notizie ormai più comuni, quando poi non intervengono scrosci tropicali di pioggia con allagamenti e tragedie umane». Una presa d’atto amara: «Tutto questo non sembra toccare i presentatori del “Progetto per il completamento impianto di innevamento piste e realizzazione bacino idrico in località Cotaline”, che invece procedono allo sfruttamento di varie sorgenti per alimentare l’invaso artificiale ad uso “sportivo”. Non è accettabile che, per finalità economiche e di divertimento, si utilizzino finanziamenti pubblici in sfregio al consumo ingiustificato di beni comuni come acqua, paesaggio e ambiente a discapito dell’intera comunità».

«L’acqua da preservare»

«Sappiamo ormai bene – conclude la nota - come l’acqua sia purtroppo una risorsa sempre più carente anche nel nostro territorio da gestire con particolare attenzione, sia nell’uso privato che nella fruizione pubblica, da preservare come risorsa primaria e di cui scongiurare ogni spreco, in particolare quelli collegati a progetti privi di ogni prospettiva futura. Non sono eticamente accettabili interventi che mettano a repentaglio un bene di così alto valore collettivo». 

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Corriere Adriatico