Fossombrone, maxi evasione fiscale Arrestati 3 cinesi, sequestrati 2 milioni

FOSSOMBRONE – I finanzieri di Urbino hanno chiamato l’operazione “Speedy Chinese”, riferendosi alla velocità con cui gli imprenditori cinesi...

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FOSSOMBRONE – I finanzieri di Urbino hanno chiamato l’operazione “Speedy Chinese”, riferendosi alla velocità con cui gli imprenditori cinesi aprivano e chiudevano ditte individuali con lo scopo di evadere ogni tipo di tassa.

I militari della Compagnia di Urbino hanno eseguito tre ordinanze di misura cautelare in carcere e sequestrato beni per oltre 2.100.000 euro nei confronti di imprenditori di etnia cinese, operanti a Fossombrone e Senigallia nel settore tessile e dell’abbigliamento. Dodici le persone indagate per gravi reati tributari, quali l’omessa dichiarazione, l’occultamento di scritture contabili e la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, di cui tre accusati di associazione per delinquere.
 


Dall’anno 2011, i tre imprenditori cinesi esercitavano la loro fiorente attività economica avvalendosi di ditte individuali create ad hoc intestate a lavoratori dipendenti compiacenti che fungevano da prestanomi per schermare gli effettivi beneficiari degli utili realizzati, sui quali non venivano pagate le relative imposte. Le investigazioni sono state sviluppate attraverso pedinamenti, geolocalizzazioni e analisi di voluminose documentazioni contabili afferenti a diversi soggetti economici. Nel dettaglio, l’individuazione e l’esame dei conti correnti, orientato alla ricostruzione dei flussi finanziari, ha consentito di rilevare come i tre soggetti esercitassero l’effettiva gestione sia delle imprese, sia dei conti stessi. Il sistematico svuotamento di questi ultimi è stato dirimente per dimostrare l’espediente utilizzato per rendere volontariamente inefficaci le procedure di riscossione coattiva da parte del Fisco. E’ stata così accertata un’evasione di imposta per oltre 2.100.000 euro che ha consentito all’Autorità Giudiziaria requirente di avanzare e ottenere dal G.I.P. del Tribunale di Urbino l’emissione delle tre ordinanze di custodia cautelare in carcere e del provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, fino alla concorrenza del profitto del reato Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico