OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PESARO - Ad ogni agosto è lo stesso copione che si ripete, e torna fra i residenti di Focara la paura degli incendi e quella consuetudine ormai rodata di scendere a mare a tarda sera e accendere falò. E così la notte dall’alto spesso si vedono non uno ma più fuochi pericolosamente accesi a ridosso della falesia.
Il controllo
I vigili del fuoco sono scesi sull’arenile anche martedì sera allertati da una segnalazione che indicava la presenza di una serie di falò chiaramente visibili dall’alto. L’intervento dei vigili del fuoco ha permesso di accertare che i fuochi erano più di uno e così chi si apprestava a trascorrere una notte in spiaggia alla luce del falò, è stato inviato a spegnerlo subito. «Nonostante i divieti, la segnaletica rimessa a nuovo dal Comune e gli appelli, si continua ad accedere fuochi in spiaggia, tutto in barba al pericolo incendi, anche nei giorni da bollino rosso per le ondate di calore, nella settimana che ci porta al Ferragosto - interviene Paolo Bratti della Nemo Life Guard a cui è affidato il servizio di salvamento e sicurezza - dal primo agosto un nostro bagnino di salvataggio presta servizio quotidiano sotto Focara. In spiaggia, tanti tronchi lasciati ammassati portati dal mare, capanni issati a non finire e legni che vengono presi e portati da una parte all’altra da quanti, gruppi e bagnanti accendono i fuochi notturni con l’obiettivo di bivaccare in spiaggia».
I soccorsi
«Praticamente quasi ogni notte e soprattutto nei weekend su tutto il tratto ci sono vari fuochi accesi, e l’indomani mattina rimangono i resti dei carboni.
La reazione
«Non è stata l’unica segnalazione quella di martedì. Prima ancora fra i residenti c’è chi ha segnalato la presenza di fuochi alla Capitaneria di Porto, ma la risposta è stata di non poter intervenire per quel che succede a terra, e non via mare. Definizioni di competenze vere ma forse un po’ rigide per risultare efficaci, così che in qualche occasione a scendere in spiaggia per effettuare i controlli sono stati solo due agenti della municipale con il vigile di quartiere.
L’origine
«La verità da cui tutto purtroppo ha origine nonostante gli appelli social dell’assessore Enzo Belloni e del sesto quartiere San Bartolo, la nuova segnaletica e l’impegno dopo l’alluvione di maggio per ripristinare strada della Marina che resta comunque chiusa - entra nel merito Massimo D’Angeli, presidente dell’organo della Comunità- sono proprio le condizioni delle strada in sé esclusi i ripristini e i movimenti dopo l’alluvione. Oggi Marche Multiservizi garantisce per esempio il ritiro il lunedì ma con non più di un passaggio massimo due a settimana, salvo casi limite. Quartiere e Comunità fanno per questo pressing su Comune e Regione perché i mesi dell’autunno siano quelli in cui si trovano i fondi, e in parte già sono stati stanziati per sistemare strada della Marina e ripristinare la sicurezza su tutto il percorso».
Iniziative coordinate
«Del resto parliamoci chiaro quale dirigente del centro operativo o comunale, manderebbe i propri mezzi su una strada che non ha nemmeno le protezioni di sicurezza, da ben cinque anni, dopo il grande incendio del 2017? Così come sul nodo falò si chiede un intervento puntuale e mirato come accadeva già anni fa, ovvero quella di supportare la polizia locale e l’esigenza di organizzare un presidio interforze di prevenzione e contrasto ai rischi che corrono la falesia e il borgo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico