Biodigestore di Barchi, confronto davanti al Tar Marche: documentazione depositata, spunta l'ipotesi di una perizia

Biodigestore di Barchi, confronto davanti al Tar Marche: documentazione depositata, spunta l'ipotesi di una perizia. Nella foto i sindaci Avaltroni, Sebastianelli e Zenobi alla marcia di domenica
TERRE ROVERESCHE - Ricorso al Tar delle Marche del Comune di Terre Roveresche e del comitato a difesa del territorio avverso l’autorizzazione della Provincia...

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TERRE ROVERESCHE - Ricorso al Tar delle Marche del Comune di Terre Roveresche e del comitato a difesa del territorio avverso l’autorizzazione della Provincia all’insediamento del biodigestore a Ca’ Rafaneto nel Municipio di Barchi: dopo il dibattimento di ieri mattina, durato un’ora circa, la documentazione è stata depositata. L’esito finale del giudizio si saprà tra una quarantina di giorni.

 

Nel frattempo, stando a voci raccolte nel corridoio, non si esclude che il collegio giudicante possa ordinare una perizia ulteriore sul terreno prescelto per l’impianto.

Controdeduzioni in 90 pagine

Le controdeduzioni della società Feronia, che propone l’impianto, alla tesi dei ricorrenti sono contenute in una novantina di pagina e risultano molto articolate. Dagli studi legali preposti al caso si lascia intendere che il nucleo della questione sta tutta nel ritenere corretto il procedimento redatto dalla Provincia. Da parte della Provincia stessa si sostiene che l’iter procedurale ha seguito i canoni che vanno rispettati perché obbligati.

La tesi dei ricorrenti

Le tesi di Comune e comitato sono state ribadite nella marcia-passeggiata ecologica di domenica scorsa con la partecipazione di oltre mille persone: inadeguatezza della località scelta, che peraltro risulta geologicamente inopportuna; mancanza di una rete stradale adeguata per il transito pressoché continuo di camion dei rifiuti provenienti anche da fuori regione; mancanza di una rete di metano che comporta l’aumento dei mezzi di trasporto dopo che il prodotto sarà liquefatto; non veritiera la tesi che il biodigestore possa risolvere il problema del percolato dell’attigua ex discarica comunitaria; forte preoccupazione sulla qualità dell’aria anche nei vicini Comuni di Mondavio, Fratte Rosa e non solo; difesa della qualità ambientale con ampi ripercussioni sui prodotti agricoli; mancata tutela degli insediamenti agrituristici; rischio di una compromissione generale dell’equilibrio esistente a del “grande mostro” come è stato definito il biodigestore.

Retroscena ancora inediti

La questione ambientale contro quella procedurale. In termini schietti il punto inziale sta tutto nel capire perché e in che modo quel territorio è stato scelto e chi ha acconsentito magari confidando in introiti economici in termini di benefit conseguenti. Come dire che gli aspetti da mettere a confronto sono diversi. Ma ogni considerazione legittima e sensata non collima con l’incipit di tutta la storia. Dovrebbe essere un dogma la tutela dell’integrità ambientale. Il problema è dato dai retroscena che verranno a galla se lo scontro risulterà inevitabile.

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Corriere Adriatico